Sulla passerella del Franchi sfilano i grandi ex

03/05/2013 09:58

MALINTESI

Dopo la prima bocciatura dovuta alla volontà di «dare un segno di discontinuità col passato» e la parentesi di Catania, l’idea di riprendersi la Roma lo intrigava. Sembrava tutto fatto ma l’incontro con Baldini non produsse la naturale fumata bianca. «Incomprensioni» trapelò all’epoca. In realtà dall’offerta economica (minore di gran lunga rispetto a quella garantita a Luis Enrique) alla richiesta di portare con sé un gran numero di collaboratori e avere carta bianca sul proprio lavoro (quello che la famiglia Della Valle gli ha concesso a Firenze) Montella e la Roma non trovarono l’accordo. «Non porto nessun rancore – ha spiegato l’allenatore alla vigilia della gara d’andata – anche se poi sono state messe in giro leggende metropolitane perché fanno comodo. Ho sentito ad esempio dire che non mi piaceva Lamela. A me non piace in generale la mela (intesa come frutto, ndc), mentre Lamela mi piace eccome».

L’INCROCIO

Non solo Montella. Se anche nella Roma si trovano trascorsi viola – Andreazzoli, Osvaldo, Balzaretti e – certamente la storia di Aquilani merita un capitolo a parte. Alberto, uno del vivaio, quello che con doveva raccogliere l'eredità di , nel 2009 fu invece sacrificato in nome del bilancio (20 milioni dal Liverpool). A Firenze è tornato a sorridere: già 7 gol, record personale. Difficile dimenticare anche Pizarro. Carattere particolare ma piedi sublimi. Al cileno è legato il ricordo della Roma spallettiana, giocattolo quasi perfetto al quale mancò solamente lo scudetto. Quello che ha sfiorato anche Toni in appena 5 mesi e che invece ha vinto Pradè, vincendo anche 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe.