25/05/2013 11:23
Abbiamo letto in questi giorni, tra lOlimpico e Trigoria, appelli anche agghiaccianti, sverniciati dalla muffa della più cascante retorica bellicistica. Non si tratta di vincere o morire. Il mio appello è un altro. Quando sarete seduti sulla panca, nella pancia dello stadio, e sarà arrivato il momento dinfilarvi la maglia. Lavete fatto mille volte, fatelo stavolta come fosse la prima. Dilatatelo il più possibile quel tempo in cui dovrete passare prima la testa e poi il torace. Rallentatelo quel breve buio che vi separa da tutto ciò che eravate fino a pochi istanti prima. Respiratelo lodore. Immaginate intensamente quanti vorrebbero essere, ora, adesso, al vostro posto, dentro quella maglia. Ragazzi come voi, che sognano di diventarlo o che non potranno più esserlo. Immaginate e moltiplicatevi. Amplificatevi. (...)
Domani sapremo. Sapremo anche chi avrà avuto ragione. Se lapproccio più morbido della sponda giallorossa o quello più feroce dello sbirro latinorum, che ha segregato i suoi e forse anche imbelvito o, chissà, annichilito in un lungo ritiro lontano da Roma, tra le potenti esalazioni degli effluvi norcini. Ma a decidere, domani, non saranno le formazioni, le tattiche o i salumi, sarà leventuale anima. E loccasione giusta per scoprire di averne una. Totti e De Rossi, è la vostra partita. Lamela e compagni cercheranno di capire da voi cosa vuol dire. Vincendo, aiuterete voi stessi e i vostri tifosi a diventare migliori, a tornare quelli che erano un tempo, ingenue percussioni del cuore e non un branco di pettegoli e rancorosi mosconi che hanno scambiato il mondo per una discarica. Vincere domani non è tutto, ma è quanto basta. Fate in modo che la gente romanista non sia infelice domani sera. Non se lo merita. Sono stati due anni penosi e linfelicità è indecente quando dura troppo a lungo. Soprattutto, se è linfelicità di chi ti ama.