12/05/2013 11:12
Stasera. Un anno dopo, questo Milan-Roma è la testimonianza più autentica di quanto sia assolutamente fondato il principio primo, quello su cui tutto si regge a Trigoria: la Roma è sempre Totti più altri dieci giocatori. Gli altri ruotano, vanno e vengono, dipendono dalle scelte dellallenatore di turno, prima Luis Enrique, poi Zeman, ora Andreazzoli, domani chissà. Lui resta. Cera ieri, cè oggi, ci sarà domani. Per loccasione, grande come il palcoscenico che spesso lo esalta, ritroverà (ovviamente) da avversario Mario Balotelli. Tema scontato, eppure curioso. Non accadeva dal 5 maggio 2010, da quella finale di Coppitalia maledetta solo per il risultato finale, non certo per quel calcione di Totti allallora centravanti dellInter che scatenò lindignazione di mezzo mondo, persino quella dellaustero Quirinale.
Più in generale, Milan-Roma è diventata con gli anni, quelli della maturità piena, la partita di Totti. L11 novembre 2006, a trentanni, firmò limpresa: doppietta, il secondo gol di testa dopo la stracelebre rabona di Aquilani e lassist di Mancini. Fu impresa perché la Roma non passava nella Milano rossonera dal 23 marzo 1986. Tabù infranto, luci su San Siro. Anzi, macché. Su Totti. Non era la prima doppietta del Capitano al Meazza, perché la prima era stata il 21 gennaio 2001 (Milan-Roma 3-2), ma era la prima che consentiva alla Roma di portare via i tre punti. Fu memorabile apposta. Lultimo gol al Milan risale a 4 anni fa. Una punizione, un classico per Totti contro i rossoneri. Era il 24 maggio, i Navigli mormoravano al passaggio della Roma, che rovinò la festa daddio a Maldini e complicò i piani Champions del Milan. Per noi rappresentò altro. Fu la chiave che consentì di aprire il portone dellEuropa League. Quasi come oggi, se non fosse che Udinese e Lazio avranno di fronte degli sparring partner. La Roma ha una sola certezza. La stessa di dodici mesi fa. Lunica da ventanni. Stasera cè Totti. Più altri dieci giocatori.