Garcia non è un tuffo nell'ignoto, ci ricorda un po' l'idea Petkovic

13/06/2013 09:24

Il tifoso giallorosso ci perdoni l’azzardo che sconfina nella blasfemia ma in questo sembra esserci qualcosa di Petkovic, la creatura che Igli Tare ha portato alla corte di Lotito. Nessuno avrebbe puntato un centesimo su di lui, e invece avete visto come è andata a finire. Complice anche, da parte di Petkovic, una padronanza della lingua italiana che ancora non appartiene a , lacuna che questi farà bene a colmare il più presto possibile. E’ altro comunque ciò di cui ha soprattutto bisogno il nuovo allenatore della Roma. Di tempo e di mano libera. Il contratto biennale, che sottoscriverà a breve, dice che il tempo sulla carta gli viene assicurato.

Non basta. Ci vuole una società forte e con le spalle larghe che abbia la forza e la volontà di proteggerlo. Sempre e tanto più all’inizio dell’avventura. Tutto il contrario, o quasi, di quello che la Roma americana delle troppe teste parlanti è stata fin qui. Congedato Baldini, la palla resta nel campo di Pallotta, Zanzi, , e . E’ responsabilità di tutti farla rotolare insieme nella stessa direzione.

L’ultimo capitolo, la mano libera, chiama giocoforza in causa , che della Roma è bandiera e storia. Compirà 37 anni a settembre, ha ancora un anno di contratto e dopo una stagione da numero uno in mezzo a tante comparse, aspira legittimamente a un prolungamento che premi la sua longeva fedeltà. Deve essere però chiara una cosa: le due stagioni di devono rappresentare per le due stagioni di un’opportunità e non un vincolo. A buoni intenditori poche parole. A tanti, come ce ne sono dentro e intorno alla Roma, pochissime.