20/06/2013 11:49
Nel 2011 però a Trigoria scelsero altri: a Daniele De Rossi Rudi «ricorda proprio Luis Enrique», e per quanto possa suonare strano voleva essere una benedizione. La somiglianza la rivela lo stesso allenatore francese: «Il primo obiettivo è dare un gioco e far divertire i calciatori e la gente. Più giochiamo bene, più riusciamo a vincere», parole quasi sovrapponibili a quelle con cui si presentò lasturiano. Ma a differenza dellaltro Garcia - e non Garcià - si auto definisce così: «Sono ambizioso, sono qui per vincere. Se mi hanno chiesto di farlo subito? Tutti vogliamo farlo, voi no? Ma adesso la Roma deve tornare in Europa, dateci tempo, anche se nel calcio tempo non cè mai». per farlo sono pronti investimenti importanti: «Sto lavorando con Sabatini su questo, ma nessuno arriverà senza il mio consenso - giura Rudi - e prima voglio parlare con i miei giocatori».
A partire da Totti e De Rossi: «Il capitano è fondamentale, non vedo lora di confrontarmi con Daniele». Nessun veto sulla cessione, però. Allo spogliatoio detterà regole chiare, «Perché in un gruppo, come a casa, serve disciplina, e ci sarà». Ai giocatori intanto ha mandato uno sms per presentarsi: «Lasciatemi il tempo per lavorare. E giudicatemi solo dai miei risultati». A qualcuno dei suoi predecessori questi non sono bastati: «Il passato non conta».