Garcia: «Si cambia pagina, vengo a Roma per vincere»
13/06/2013 09:23
SERIO E MISURATO
Meno male che a New York cè anche Garcia. Lannuncio a metà pomeriggio, in Italia (le 11,30 negli States): contratto biennale da 1 milione e mezzo a stagione. La platea fa bene a trattarlo bene. Merita fiducia. E solo la quinta scelta della Roma, ma nessuno sta lì a ricordarglielo. E Walter Sabatini, felice di averlo ingaggiato a due stagioni dal primo tentativo, sta attento a non ripetere lerrore di Franco Baldini che, un anno fa, definì Zdenek Zeman la prima opzione del club giallorosso. Rudi è solo il primo tecnico francese della storia della Roma (straniero numero 25) e si esprime nella sua lingua, con qualche battuta in italiano. Traduce Frederic Massara, il braccio destro del ds che lo ha accompagnato a New York. Garcia sa che cosa dire. In Francia gli hanno raccontato che cosa lo attende nella capitale. Niente spocchia, dunque, anche se il suo calcio è aggressivo e a volte spavaldo. Meglio raccontare se stesso che promettere limpossibile. Iniziando, educato e riconoscente, con i ringraziamenti al suo ex club: «Vorrei innanzitutto rivolgere un pensiero al Lille, al presidente e ai tifosi: è un club che mi ha fatto crescere professionalmente come calciatore e che mi ha permesso di vincere come allenatore. Ma ora inizia una nuova pagina della mia vita professionale: sono fiero di arrivare in questa grande famiglia per cercare di vincere dei titoli con questo grande club. È anche un riconoscimento della formazione degli allenatori in Francia e della federcalcio francese».
IL SUO CREDO
«A Roma affronterò le questioni tecnico-tattiche, quando tutti potranno farmi domande. Per rispetto a chi non è qui» dice prendendo in contropiede i presenti. «Vorrei parlare più degli obiettivi di gioco che penso di dare piuttosto che quelli di classifica, anche se sono convinto che la Roma debba ritrovare lEuropa». E equilibrato: «La mia filosofia di gioco è offensiva, ma non dimentico che per vincere le partite serve anche unottima base difensiva». E qui mostra il suo curriculum, ricco di gavetta e mestiere, compreso quello di preparatore atletico. «Ho fatto il mio percorso di allenatore in Francia: ho iniziato con i dilettanti, poi in seconda divisione e ho raggiunto una semifinale di Coppa di Francia, poi sono salito di categoria al Le Mans e poi a Lille in questi 5 anni, dove abbiamo raggiunto risultati importanti. Sono una persona fedele: sono rimasto a lungo al Lille e spero possa essere così anche alla Roma». Come spera Pallotta.
DIALOGO E AMORE
Si rivolge alla gente, non ai giocatori. Non nomina capitan Totti e aspetta a stilare lelenco dei promossi e dei bocciati: «Lavoreremo per la felicità dei nostri tifosi. È molto importante. Mi hanno tutti parlato di Roma e della Roma, di cosa rappresenta. Conosco il club e i giocatori, adesso ho bisogno di andare sul posto e incontrare gli uomini a Trigoria». E atteso la prossima settimana (oggi torna in Francia). «Non ho parlato con nessuno dei calciatori. Ho veramente voglia di essere a Roma per farlo con tutti, sono un tecnico che ha bisogno di amare i giocatori per portare avanti con loro un progetto e arrivare lontano. Sto lavorando con Sabatini per definire quale sarà l'organico effettivo della nuova Roma». I dirigenti giallorossi saranno oggi nella capitale. Il ds si sposterà a Milano: acquisti (appuntamento con il manager di Nainggolan) e cessioni, cè molto da fare.