04/06/2013 09:27
Pugno di ferro Luciano Spalletti è lunico che alla Roma comanda (e vince 3 coppe). Ha voce in capitolo sul mercato, sullorganizzazione di Trigoria, sui rapporti coi calciatori. Con Luciano si riga dritto e chi non lo fa viene preso di petto. Prima e dopo di lui, dalladdio di Capello ad oggi, gli allenatori della Roma sono arrivati con lentusiasmo e andati via con la depressione.
Lanno peggiore Nel 2004 Prandelli abbandona la Roma per stare vicino alla moglie malata (anche se una lite con Cassano fa in tempo ad averla) e lascia il posto a Voeller prima e (dopo una gara con Sella) Delneri poi. Tutti e due dimissionari, scappati da Trigoria. Emblematiche le parole del tedesco: «Sono abituato in un certo modo, ma qui non è possibile farlo. A questi ragazzi mancano impegno e anima». A Delneri non va meglio, Bruno Conti evita per un soffio la retrocessione, poi tocca a Spalletti.
Il tacco e la punta Quattro anni damore e di disciplina, poi laddio nel 2009 con parole di fuoco verso la squadra: «E il tacco e la punta e il numero... È troppo facile credersi bravi e ammorbidirsi nel lavorare», dice, sbattendo la mano sul tavolo. Andato via lui, arriva Ranieri. La Roma sfiora lo scudetto il primo anno poi perde tutti gli stimoli. Nella seconda stagione Ranieri resiste fino a febbraio e poi lascia e accusa: «Cè unanarchia totale nello spogliatoio ». Panchina a Montella, le cose migliorano ma pure lui litiga con Menez.
Luis e lAfrica Nel 2011 Vincenzo vorrebbe restare, Sabatini e Baldini scelgono Luis Enrique. Le sue regole a volte di ferro lesclusione di De Rossi per un ritardo alla riunione tecnica a volte inesistenti ritiri aboliti mandano in confusione la squadra, i risultati non arrivano e dopo un anno lascia. Per riprendersi se ne va in Sud Africa. Siamo a giugno del 2012, Baldini e Sabatini (parte II) cercano lallenatore, arrivano con Montella (ancora) a un passo dalla firma, poi crolla tutto.
Le regole di Zeman La Roma prende Zeman, il feeling non sboccia. E il boemo parla di squadra senza disciplina e società assente. Esonerato, ecco Andreazzoli. Lamico dei calciatori, si diceva. Salvo poi scaricare Osvaldo, definendolo «un piagnucoloso». Immediata la replica dellattaccante, che lo invita a festeggiare la Coppa con la Lazio. Almeno questo in 10 anni non era mai successo. Forse perché prima Twitter non cera.