La Roma rinasce a New York

11/06/2013 09:47

L’ILLUSIONE - Nulla era trapelato di questo viaggio che allunga il giro del mondo di . Dunque è lecito ritenere si tratti di una convocazione d’urgenza. I brontolii dei tifosi devono aver superato l’Atlantico. Pallotta, va detto, ha le orecchie sensibili. E poi una bella riunione plenaria prima che si cominci davvero a preparare la stagione del giudizio ci sta bene. Negli uffici newyorkesi della Raptor, la società di Pallotta, il presidente chiederà conto al direttore sportivo e agli altri dirigenti di quello che sta succedendo. Di che cosa è rimasto dell’illusione statunitense di trasformare in oro la Roma con un tocco. E poi getterà altri soldi sul tavolo, perché uno straccio di certezza sul denaro disponibile per il mercato , colpevole o no, dovrà pure averla. Gli americani avevano intenzione di investire 20 milioni, più i ricavi delle cessioni. Cessioni che, a parte Stekelenburg, potrebbero fornire un autentico tesoro tra , Osvaldo, e (ma sarebbe un errore imperdonabile e da quel che si sa neppure ci pensa) Marquinhos. (...)

E poi Pallotta vuole sapere perché la Roma ci abbia messo tanto a trovare un allenatore e chi sia questo sergente panzone di cui sente parlare. Non può immaginarsi che è un ballerino dalle spalle larghe e dalla mandibola a parallelepipedo. Comunque dirà sì al tecnico francese, perché sulle questioni di campo ha la sua piena delega. (...)

I NOMI - Ma ancora di più gli stati generali della Roma devono rimettere sulla strada ferrata l’intero treno deragliato quella sera del 26 maggio. Poco delle idee originarie della Roma targata Usa è stato realizzato. Occorre un ripensamento generale di tutto il progetto, perdonate la parolaccia. Non è possibile rinviare ogni innovazione al momento in cui il nuovo stadio verrà inaugurato, semmai lo sarà. Dell’impianto da cominciare a costruire (entro l’estate arriverà il progetto definitivo) Pallotta, e gli altri parleranno, eccome. (...)