Una pioggia di insulti
02/06/2013 10:44
DIRIGENZA DA RIFARE
Alle 11,20 sono circa in 250 che hanno risposto presente al sit-in di protesta. Iniziano i cori, che per almeno una buona decina di minuti hanno come destinatari i vertici societari. Ce n'è per tutti, nessuno escluso. Al presidente Pallotta, giocando con la rima del cognome, vengono attribuiti natali poco onorevoli; a Sabatini (forse il più contestato) viene rammentato il proprio passato da ds laziale con un folkloristico «torna a pascolare»; a Baldini viene invece imputato di possedere poca verve nelle uscite pubbliche: «Franco la messa è finita». Ma la protesta non si ferma a loro. Anche il resto del management non viene risparmiato. E così raffica di cori anche per il consigliere Baldissoni, la responsabile della comunicazione, Augelli, e l'ad Fenucci, colpevole in quanto di fede laziale.
SCRITTE E SCHERNO
Più passano i minuti e più sembra di assistere ad una manifestazione vera e propria visto che i partecipanti vengono preceduti da una serie di striscioni: «Riprendiamoci la Roma», «Fuori i laziali dalla Roma», «Aridatece la Roma», «Ogni vostra scelta un insuccesso, vogliamo le dimissioni adesso», «26-05-13: sfregiati 86 anni di storia». Lultimo ha come chiaro riferimento la sconfitta di domenica scorsa subita nella finale di Coppa Italia contro la Lazio. Spunta uno stendardo pro Zeman e i cori si spostano anche sui calciatori Osvaldo e De Rossi («Pagace na birra»). Qualcuno dei presenti indossa magliette stampate che invitano i dirigenti ad andarsene (Baldissoni, Baldini e Sabatini siete la vergogna di questa società). Altri sventolano bandiere non originali «Lho comprata alla bancarella cinque anni fa» dove il logo somiglia in modo incredibile a quello partorito ultimamente dal merchandising giallorosso che finisce anchesso nel mirino delle critiche: «A Winterling mettece na pecora la prossima volta, tanto a te che te frega», urla un tifoso.
TENSIONE CON LA IENA
Le forze dellordine controllano la situazione senza problemi. Lunico momento di tensione è provocato da un battibecco tra un gruppo di ragazzi e l'inviato delle Iene, Calabresi (a Trigoria per motivi personali, ndc), che viene ricondotto a forza nella sua automobile e a suon di «buffone» è costretto ad allontanarsi. Prima del rompete le righe, con la pioggia che a tratti è intervallata addirittura dalla grandine, i contestatori intonano cori a favore di Bruno Conti, Totti, Aldair e i presidenti Viola e Sensi, prima di salutare l'attuale dirigenza (e la contestazione) con un eloquente «se salutamo adesso, non ve volemo più».