26/06/2013 12:04
«Sì, ma francamente non so che cosa cercassero. I miei collaboratori mi hanno detto che avevano puntato lattenzione su alcune fatture di Alessandro Moggi».
Ma lei della vicenda che pensa?
«Io sono dellidea che per risolvere il problema dei procuratori non serva un giudice o una procura. È il calcio che deve trovare una soluzione».
Quindi, secondo lei i procuratori per il calcio sono un problema?
«Certamente. Sono loro che fanno il mercato, che muovono le fila, fanno e disfano a loro piacimento. Curano i loro intrallazzi. Grazie ai loro metodi il calcio, e soprattutto il trasferimento dei calciatori, è diventato un mercato delle vacche».
E le società?
«Non tutte sono vittime di questo sistema. Ci sono presidenti e dirigenti conniventi. Che con questo andazzo ci vanno a nozze. Che con questi procuratori fanno affari. Ma io non ce lho con loro. Ce lho con la nostra cultura sportiva. Se per il sistema rubare diventa un valore, loro si adeguano a questo sistema».
E lei? In tanti anni di calcio non ha mai fatto affari con i procuratori?
«Guardi a me non mi può vedere nessuno perché i procuratori li detesto. Perché non ho mai avuto rapporti con loro. Non sopporto fare un affare nel quale una società deve pagare direttamente al procuratore una commissione sullingaggio di un calciatore che poi è lassistito dello stesso procuratore ».
Come è possibile fare una cosa del genere?
«È facile. Per superare il problema un procuratore spesso crea una società parallela alla sua e così può intascare la percentuale sul trasferimento».
Con Marcelo Simonian, procuratore di Javier Pastore, siete finiti addirittura in tribunale dopo il passaggio del giocatore argentino dal Palermo al Paris Saint Germain.
«È vero: in quella occasione la Fifa aveva assicurato che cose del genere non sarebbero più avvenute e invece continuano a succedere. Tutto perché la Fifa ha come competente il tribunale dello sport svizzero e la legislatura svizzera che, in questa materia, ammette che un uomo possa avere dei diritti su di un altro uomo. Insomma come ai tempi della schiavitú ».
Come si supera tutto questo?
«È semplice. Basta darsi delle regole. Quelle regole che solo in Italia e in Sudamerica ancora non ci vogliamo dare».
Ancora una volta il calcio non ci fa una bella figura
«Il nostro calcio non sta bene perché mancano i valori. Lasciamo per un attimo la vicenda legata ai procuratori e guardiamo ai tanti giocatori che si tuffano in area cercando il rigore o al condizionamento degli arbitri che quando sono nel nostro campionato fischiano sempre in un modo e invece allestero sono sempre i più bravi».
Torniamo alla vicenda procuratori. Qual é la sua ricetta per risolvere la situazione?
«Semplice. Eliminiamoli. Nessuno ne sente il bisogno. Il nostro calcio non ne ha bisogno».