E oggi Daniele scopre Garcia

24/07/2013 10:22

C’era già stata tanta storia prima, tra e la Roma: l’esordio ormai oltre dieci anni fa sul neutro di Piacenza per un Como-Roma con Capello in panchina, il primo gol il 10 maggio col Toro all’Olimpico. Fu un’escalation di classe e fu subito azzurro, un cammino tra le due maglie - quella giallorossa e quella della Nazionale - che non sempre è proseguito parallelo. Debutto e gol, di nuovo. Accadde con la Norvegia. Senza , fu Cassano a consegnarli la fascia per la prima volta (Brescia-Roma 0-1, 12 dicembre 2004, mani di Mareco). Spalletti lo fece invece capitano dall’inizio, per una sera. Era Roma-Middlesbrough, l’Europa League si chiamava ancora Coppa Uefa. Spalletti. Poi Ranieri, Montella, Luis Enrique, Zeman, Andreazzoli, adesso . ha conosciuto pianeti differenti, sistemi di lavoro opposti, filosofie diverse, partito dal mare di Ostia ha navigato con ogni clima e condizione, dal rischio retrocessione a quello scudetto, ha vinto coppe e sognato campioni, è morto e risorto, è stato contestato, poi riamato, poi ricontestato.

Eppure, mai dalla . Che critica e insulta chi insulta la maglia e l’onore e dunque non potrà mai contestare chi - gioca bene, gioca male, quella fede professa. Sarebbe blasfemia, sarebbe bestemmiare se stessi. Perché - gioca bene, gioca male - è semplicemente questo: un tifoso romanista, un vanto romano, e questo prima ancora che l’urlo in gol(a), la vena che s’ingrossa, il leader, il campione. è quel qualcosa in più, spiegava una volta un famoso dirigente di questa Roma, che non si vede, che si cela nello spogliatoio, è un’alchimia. È un tesoro. Gioca bene, gioca male. Ha giocato male con la Roma, e non perché non abbia segnato manco un golletto in campionato o Coppa. Ha giocato male perché ha giocato male, senza dietrologie, presunti fantomatici sgarri e leggende vergognose da bar del gossip. Ha giocato male come quasi tutta la Roma, ha giocato male perché con Zeman - per colpa di entrambi - non c’è mai stata sintonia e la sintonia ci deve essere col centro del centrocampo, col centro della Roma.

Non c’è da dare colpe, capita, si chiama calcio. Però il originale non è l’opaca brutta copia di se stesso, è il della Confederations Cup, è il cervello della Nazionale, i piedi eleganti, l’incocciata di testa. È il fuoriclasse cercato dal Chelsea. «Daniele è un grande giocatore. Ed è meglio averlo con noi». Non l’ha detto un suo fan. Anzi, sì. Si chiama . «Regista? Sicuro, sa aiutare la difesa, ma anche impostare. Se giocheremo con il sarà perfetto per fare il mediano centrale, è polivalente, non ha problemi». Non ha problemi. È un vanto. È «un onore giocare con lui». Questo l’ha detto invece . Giocheranno assieme e con loro ci sarà . Giocheranno assieme perché un centrocampo così se lo sognano ovunque. Anche a Londra.