Hall of Fame, quante storie

24/07/2013 10:40

Discorso a parte merita, poi, quello di Giuseppe Giannini. La sua categoria, quella dei centrocampisti era un autentico “girone di ferro” che lo contrapponeva ad altri mostri sacri come Arcadio Venturi, Giancarlo De Sisti, Carlo e Toninho Cerezo. Con nomi di questo calibro l’esito della gara era quantomai incerto. Ho avuto modo di vedere Giannini il 14 maggio, in occasione della manifestazione celebrativa per i venti anni della conquista dello scudetto 1983. Giuseppe intervenne e ricordò come si vide sfuggire la possibilità di presenziare all’ultima gara di quel trionfale torneo, contro il Torino, per “colpa” di una convocazione in Nazionale giovanile. «Nonostante questo – disse – sento anche come mio quel successo perché facevo parte del gruppo (disputò 14 amichevoli, con 2 presenze in Coppa Italia e 1 panchina in campionato nella gara interna con l’Avellino) e sono sempre stato tifoso di questa squadra. Ecco, i tifosi della Roma hanno voluto, con questa elezione, non solo premiare un grandissimo campione della storia romanista, ma anche abbracciare, una volta di più, quello che è sempre stato un simbolo cristallino di passione giallorossa.

A completare la rosa dei "famers 2013" Vincenzo Montella, a cui tutti i romanisti solo legati da ricordi indelebili che lo hanno portato a spuntarla su Manfredini, Voeller, Balbo e Delvecchio. Per l’areoplanino una soddisfazione che servirà, anche per cancellare il dispiacere di non aver potuto, a suo tempo, proseguire la sua esperienza sulla panchina romanista. Per quanto riguarda la giuria di saggi che ha accompagnato questa edizione, composta da Fabrizio Grassetti, Piero Mei, Nicola Piovani e Fulvio Stinchelli, abbiamo interpellato l’avvocato Grassetti che ci ha detto: «Con dei candidati di questo spessore, chiunque fosse stato eletto lo avrebbe meritato. Detto questo, è chiaro che da tifoso alterno la gioia per l’elezione di Nela al dispiacere per Masetti e lo stesso discorso vale per Giannini rispetto ad un , a un De Sisti e per Montella contrapposto a Voeller e agli altri candidati di questa edizione della Hall of fame. Devo dire che il successo di Attilio Ferraris, indiscutibile, è stato un altro motivo di grande gioia. Chiudo questa esperienza pienamente soddisfatto per il riconoscimento e per l’occasione avuta di vivere questa bella esperienza che qualunque tifoso avrebbe il piacere di fare».