10/07/2013 10:42
CORSPORT (M. DE CESARE) - Ho nostalgia della mia Roma. Quella, per intenderci, che seguivo con la testa e con il cuore divisi a metà. La parte razionale ha sempre avuto il sopravvento sulle emozioni, rispettosa del ruolo, della professione di giornalista che sognavo fin da quando ero bambino (e i derby li vedevo nella stessa curva con i rivali di sempre: i laziali). Che tempi! Ma la nostalgia graffia, fa parte dei sentimenti più profondi. La parte irrazionale viene fuori, ti fa vibrare per undici giovanotti con la stessa maglia indosso che corrono dietro un pallone: è quella del tifoso giallorosso.
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Comè diversa la Roma di oggi. Che per il raduno ha richiamato qualche decina di persone, arrabbiate giustamente per gli ultimi due anni disastrosi. Poche decine di tranquilli indignati (per fortuna), simbolo di una disaffezione, indifferenza per la Roma di oggi. Io, tifoso nostalgico, sono rimasto legato alla Roma che radunava davanti ai cancelli del centro sportivo spesso diecimila tifosi, con il traffico bloccato dallEur fino alla via Laurentina. Con Viola e Sensi gli abbonati erano quarantamila: oggi si grida con entusiasmo se vengono superate le ventimila unità. Certo, la crisi o i tempi che cambiano, fanno cambiare anche il calcio. Ma lOlimpico carico di 80mila tifosi e la Curva Sud e i cori e la passione del Commando Ultrà, non sono svaniti solo per colpa della crisi.
Per carità, è giusto fare esercizio di umiltà e dare a James Pallotta quello che è di James Pallotta. Manager intriso di cultura sportiva. Ma di sport made in Usa. Vorremmo avere la certezza che il modello americano fosse trasferibile anche in Italia. A livello manageriale, ma anche a livello calcistico. (...)
Regalo questa riflessione a me stesso e ai troppi tifosi assenti ieri a Trigoria: anche la Roma di Carletto Magara Mazzone, capace di accontentarsi di posizioni di secondo piano, richiamava in occasione del... giorno, migliaia di persone. Oggi, solo contestazione e quasi solitudine. Ho nostalgia della mia Roma...