Caldo, cori e anche qualche scontro

18/08/2013 11:24

Come allora, anche oggi una lunga fila di macchine all’ingresso in à (per fortuna, il Liberati è a poche centinaia di metri dall’uscita dalla superstrada), tra bandiere e maglie giallorosse che si mescolano, anche oggi come allora, a quelle dei tifosi di casa. Anche l’impianto non è molto diverso da quello di quarant’anni fa, e viene da chiedersi se una squadra che milita in serie B non meriti qualcosa di meglio. Sono circa ottomila gli spettatori presenti, più o meno equamente distribuiti tra le due tifoserie. Singolari gli striscioni che identificano i gruppi rossoverdi (“Generazione sconvolta” e “Menti perdute”), la cui voce è quasi sempre coperta, però, da quella degli ospiti. Che sembrano guardare soprattutto ai propri colori (Quello contro Osvaldo uno dei cori più gettonati nel pre-gara).

L’unico momento di attenzione verso i supporters locali arriva intorno alla fine del primo tempo, con un “Siete tutti perugini”, che viene ovviamente vissuto come un vero insulto dai tifosi ternani. Che rispondono con lo stesso coro che era stato rivolto a Osvaldo, ma sostituendo “romanisti” al nome dell’attaccante. Pochi altri i momenti di interesse nei primi 45 minuti, se si eccettuano i tre gol – con quello del pareggio salutato da un’ovazione dei sostenitori rossoverdi, prontamente zittita dal nuovo vantaggio romanista – e il “time-out” – sì, proprio quello che conosciamo nel basket – che si è avuto intorno alla metà del tempo (un paio di minuti di pausa per rinfrescarsi sotto tanta calura), quasi una novità assoluta su un campo di calcio.

Una giornata calda, dunque, più per le condizioni meteo che per qualche tensione sugli spalti. Anche se, purtroppo, non ci si è fatti mancare una rissa prima dell’inizio della gara e un paio di “puncicate”, delle quali sembra non si possa mai fare a meno. E dire che a placare eventuali bollori, fossero essi dovuti al caldo o al tifo, ci avevano pensato anche i vigili del fuoco, che nel prepartita avevano sottoposto il parterre della curva rossoverde a ripetuti getti di un idrante. Una pioggia salutare quanto desiderata, che avrebbe fatto bene anche a chi era fuori dello stadio, con qualche coltello di troppo e tanto cervello in meno.