E ora la pace con i tifosi

11/08/2013 11:22

IN 30.000 - Allora tentiamo. Con un escamotage perfettamente riuscito un anno fa. Solo che in quei giorni non c'erano paci da siglare, non ancora, né rotture traumatiche. C'era anzi un'attesa ansiosa per il gioco scintillante di Zeman e per le prospettive di una squadra che faceva ancora vibrare i sentimenti dei tifosi.  All'epoca 30.000 persone si raccolsero all'Olimpico e martellarono entusiasmo su ciascun nome di giocatore che veniva presentato. Questa volta l'Open Day dell'Olimpico programmato per le 18 del 20 agosto (ma potrebbe slittare al 21 se la Roma trovasse un'avversaria adatta per giocare un'ultima amichevole tre giorni prima) è un appuntamento ambiguo. Potrebbe persino innescare nuove contestazioni invece di essere una semplice festa di lancio del campionato. Eppure è un rischio che alla Roma hanno scelto di correre, perché in qualche modo bisogna pur promettere ai tifosi che quanto accaduto lo scorso anno non si ripeterà, a partire dai derby. Che la squadra è cosciente, adulta, viva, vicina alle persone che la sostengono.

Chiamano l'appuntamento Hungry for glory, affamati di gloria, dallo slogan della campagna abbonamenti. E' l'unico messaggio che valga la pena far passare in questi giorni di nebbia sentimentale tra la Roma e i tifosi. Sarà il momento in cui i giocatori incontreranno direttamente il pubblico giallorosso. Per scacciare i timori, per ricreare un'intesa. (...)
 
MURO DI FOLLA - All'interno del campo e all'esterno dello stadio, la celebrazione sarà unica. E al centro la Roma vuole mettere i tifosi, attraverso meccanismi che saranno perfezionati in questi giorni. Intrattenimento fuori, interazione con la squadra dentro. Qualche artista che interverrà per accendere il dialogo. I giocatori che verranno introdotti all'Olimpico e che passeranno sotto gli spalti fino a radunarsi sotto la . per esempio ha avuto modo di assaggiare al suo arrivo a Fiumicino che cosa sia la passione romanista. Adesso si troverà faccia a faccia con il muro di folla a cui dovrà abituarsi nelle partite casalinghe. 

Il senso di tutto questo sarà essenzialmente una promessa: niente più umiliazioni e niente più rese, vogliamo essere una squadra di cui si possa andare orgogliosi.(...)