25/08/2013 10:16
NON SOLO AZIENDALISTA
Garcia accetta e aspetta. Calciatori che vanno. E anche che vengono, però. «Erano nellaria certe partenze» ammette il francese. Che insomma sapeva tutto. Ma non cambia idea rispetto al dopo partita di Terni, quando disse che la Roma al completo, prima delladdio di Osvaldo, era più forte. «Sì, la penso come la scorsa settimana: volevo che tutti i giocatori della rosa restassero con noi. Quando, però, è tempo di trasferimenti bisogna considerare laspetto sportivo e quello economico. Spesso conta di più il secondo. Il mercato è il periodo peggiore per un allenatore. E non solo per me. Ovunque, in Europa, noi tecnici siamo nella stessa situazione. In Francia solo il Psg e il Monaco non hanno problemi, gli altri allenatori si devono adattare. Come me. Iniziare il campionato con le trattative ancora in corso è fastidioso. Lavoriamo insieme con i dirigenti: mi fido di quanto mi hanno detto. Avrò una squadra competitiva». Con una riflessione che non si può trascurare: «Almeno come lo era ad inizio preparazione».
RUDI PRO ERIK
«A chi non piacerebbe avere uno che segna 15 gol e gioca nella nazionale argentina?». Chiarissimo: non è stato lui a chiedere la cessione di Lamela. Tantè vero che se lo porta a Livorno. «Erik è convocato con altri ventidue: la formazione la dirò sempre due ore prima dellinizio. E ai miei giocatori». Ora trovare uno come Lamela non è semplice: «Se va via un calciatore bravo, basta che ne entri uno come lui». Non si agita nemmeno per lassenza di una prima punta (ha comunque Borriello e Tallo). «Gli attaccanti devono cambiare posizione, venire tra le linee, sfruttare la profondità. Per mettere incertezza agli avversari. Cerco gente di questo tipo. Non basta un modulo, dobbiamo avere pure un piano b nel caso in cui non funzioni laltro. Voglio che i giocatori abbiamo una cultura tattica per cambiare sistema prima della partita e durante». La Roma lascia il percorso iniziato due anni fa. Non più i talenti da svezzare, ma i giocatori già pronti.
INSTANT TEAM
La novità, dopo Ferragosto, è però unaltra: interventi sullorganico allultimo istante. Fuori due titolari al fotofinish, centravanti ed esterno offensivo, e caccia ai sostituti con poco tempo a disposizione. Garcia, nellestate del 2010, chiese ai dirigenti del Lille di confermare tutti (e solo due acquisti, a parametro zero). Accontentato, vinse il titolo. Sa che così è più dura: «E un problema. Meglio lavorare con una rosa definitiva. Il mercato finisce dopo due turni di campionato. Che cosa posso fare io? Niente. Ecco perché conta vincere a Livorno. Tanto non cambierà niente prima di questa gara, non arriverà nessuno. Se non ci raggiungerà Sabatini sarà per unemergenza e... una cosa buona per noi. E la notte del ritorno in A della squadra toscana, vivremo momenti difficili durante la gara e sarà difficile conquistare il successo. Noi, però, abbiamo fame di vittorie. Dobbiamo essere forti nella mentalità e nello spirito. Mi interessa il collettivo e non il singolo. Voglio subito vedere una squadra. E che giochi bene». Sa dove vuole arrivare: «Dobbiamo ritrovare lEuropa: è il primo obiettivo, fondamentale per noi e per i tifosi. Avete visto come è cambiato il rapporto con loro dal ritiro a Riscone: allOpen day erano diecimila in più di un anno fa. Ci serve il loro entusiasmo, sono il dodicesimo uomo. Nel calcio non abbiamo tempo. Per questo vorrei conoscere già la rosa che mi accompagnerà per tutta la stagione. La Roma sarà forte: i giocatori lavorano e vivono bene insieme». Garcia è il quinto allenatore diverso del club giallorosso al via negli ultimi cinque tornei. Di solito il francese non ha il successo facile allinizio (solo 2 vittorie in carriera). «Il campionato è una maratona. Sarebbe meglio cominciare bene ma le somme si tirano alla fine»