Jedvaj: "Voglio sorprendere"

04/08/2013 11:17

Dove mi mettono sto bene. Figuriamoci poi se posso mettermi a questionare io che sono giovane e appena arrivato. Ho rispetto per tutti e per specialmente»

 

 

LAVORARE - Niente gioco di parole: lui lo chiama Francesco, noi abbiamo optato per la chiarezza. Non aspettatevi troppa ilarità e brillantezza da questo ragazzino carico di brufoli e di capelli chiari. E’ qui per lavorare, neppure per veder lavorare gli altri. «Scusate se non mi esprimo su . Lui è l’allenatore e ha certi compiti, io ne ho altri. Posso dire al massimo che mi piace il suo modo di mantenere i rapporti con i giocatori. Parla con tutti, ci fa sentire importanti, sembra quasi un nostro amico». (...)

Timido. «Questione anche di lingua. Devo abituarmi all’italiano. 

Intanto sto parecchio insieme a . Ma sto bene anche con Romagnoli, con il quale divido la stanza. Va bene così. Tutti mi aiutano. Non ho un compagno particolare dal quale rifugiarmi»



Neppure tutta questa necessità di rifugiarsi da qualche parte, peraltro. Avrebbe potuto andare all’ dove i giovani vengono scaricati sul terreno di gioco a getto continuo. «Invece ho scelto la Roma e parlare di altri club non è nel mio stile. Sono qui per imparare, crescere e aiutare la società a ritrovare quelle posizioni che le competono. In cima al calcio italiano e a quello europeo» .

OVUNQUE - (...) «Quello che mi ordineranno farò - continua Jedvaj - Non ho problemi a posizionarmi in campo, non ho problemi a mettermi al centro della difesa oppure a correre da , non ho problemi ad aspettare il mio turno. Le occasioni arriveranno. Questo c’è di bello alla Roma, che siamo tutti uguali dall’inizio alla fine degli allenamenti e delle partite» . Che sono lunghi e duri. «In effetti adesso sono un po’ stanco. Recupererò nel corso del giorno e mezzo di riposo che l’allenatore ci concede» . Oasi di quiete da sfruttare. Non ce ne saranno molte di qui alla fine della stagione.