"Nessuno ha più fame di noi": va in scena la passione giallorossa

22/08/2013 09:16

 AMORE - C’era qualche timore. La Roma si ripresentava per la prima volta all’Olimpico e davanti al proprio pubblico dopo quel terrificante 26 maggio, una sconfitta senza ritorno al termine dell’ennesima stagione deludente. C’era il timore per una contestazione invadente o peggio ancora di una curva semivuota. E invece i pochi contestatori hanno ricordato alla squadra in modo del tutto civile che deve “vergognarsi” di quanto è successo quel giorno lì. Ma il resto della gente, ed erano in trentamila, più o meno come l’anno scorso, ha fatto sentire ai ragazzi di quanto sia grande l’amore che lega indissolubilmente, nel bene e nel male, la maglia a tutto il popolo romanista. (...)

 PATTO - Trentamila nonostante tutto, nonostante la pioggia (Roma bagnata, Roma fortunata? Troppo facile...) che per un momento ha rischiato di mandare in tilt l’open day. Poi è tornato il sereno, tra l’Olimpico e il cielo, tra i tifosi e la squadra. Un patto rinnovato (e come poteva essere altrimenti?) Ma stavolta senza l’apertura di credito degli anni scorsi. Stavolta niente sconti. Tanto forte la passione, tanto forte il senso di tradimento se la squadra tradirà ancora, come ha fatto nelle ultime due stagioni per una miriade di motivi che non stiamo qui a riesumare. (...)

ROMA - Prima un temporale estivo, poi la festa all’Olimpico sotto il motto “Nessuno ha più fame di noi”. O come dicono gli americani: “Hungry for glory”. Ma i più affamati erano i tifosi, più di 30.000 spalmati tra la e la Tribuna Tevere, che hanno sfidato un tempaccio per non perdersi l’Open Day giallorosso. I posti si riempiono alla velocità della luce, non c’è più l’effetto-Zeman, ma in meno di un quarto d’ora la Curva è piena. (...)

SFILATA - Scatta l’applausometro, stile tv anni ‘90, anche se la canzone di sottofondo è moderna e le gambe implorano di seguire il ritmo. I calciatori vengono chiamati uno a uno, in ordine di ruolo: il primo a entrare è con la maglia numero 26. Stesso trattamento per i nuovi arrivati, da fino a Gervinho, però la “sfida rumorosa” vede in prima linea . Pollice su per Julio Sergio, Burdisso, , (non correva) e . Viene giù lo stadio quando viene intonato il nome di , l’ovazione per Lamela è simile. Concorre in una categoria speciale . Lui è fuori concorso: stravince a mani basse. Senza faticare. L’Olimpico è ancora una volta ai piedi del suo capitano, anche se non ha la palla tra i piedi. L’ultimo della lunga lista è il tecnico .

STRISCIONI - Immancabili. Tanti e variegati. Che toccano concetti diversi. Lo striscione più significativo è bello grande, leggibile da ogni angolazione. Viene esposto in prima dell’abbraccio della squadra: “Non sapere rimediare alla sconfitta è peggiore della sconfitta stessa”. All’inizio ne compare uno piccolo piccolo come la speranza di vederlo ancora con la maglia della Roma: “Lamela non si tocca”. Non mancano le scritte goliardiche: “17-08-2013: disinfettate Trigoria”. Parole e numeri riferiti all’allenamento della , sostenuto nel quartier generale giallorosso prima della Supercoppa vinta contro la Lazio. (...)

ALLENAMENTO - L’ultima parte dell’Open Day è stata riservata a un allenamento. Riscaldamento con la palla per il gruppo. Di seguito la rosa è stata divisa in due: da una parte conclusioni e tiri in porta, dall’altra partitelle a tema concentrare sulle fasce. Lamela nella mini-partitina a metà campo ha fatto il fenomeno: tre gol minimo, uno più bello dell’altro. (...)