Nuova Roma, ecco le chiavi

27/08/2013 10:49

- Josè Mourinho ha vinto il primo scudetto all’Inter grazie a due schemi. Il primo: lancione di Materazzi per Ibrahimovic, poi ci pensa lui. Il secondo: attacco di sulla fascia destra, difese avversarie schiantate. Questo succedeva nel campionato 2008-09, era all’Inter dal 2006, dove era arrivato grazie a un’idea di Roberto Mancini. In quel periodo è stato, insieme a Daniel Alves e Sergio Ramos, uno dei tre migliori interpreti del ruolo di nel mondo. L’ultimo anno milanese era stato una pena, per questo l’Inter aveva accettato di buon grado l’offerta del Manchester , dove sempre Mancini sperava di rigenerarlo. Missione fallita.  Da qui nascevano legittimi dubbi intorno alla salute, alla forza e alla motivazione di , una volta rientrato in Serie A. Dubbi che, se basta una partita, si sono dissolti. A Livorno, il terzino brasiliano ha giocato con la stessa forza e la stessa personalità dei migliori tempi interisti. Ha giocato come se fosse sempre stato il terzino della Roma. Datemi palla, ci penso io. (...) ha concluso la sua prima bella partita nella Roma controllando una palla di coscia, alzandola col quel tanto necessario per far partire una sventola sempre di su cui Bardi ha fatto una paratona. Non è un ragazzino, ma a 32 anni è ancora in possesso di una notevole vitalità. (...)

 

& - Quanto sia largo e profondo il vuoto che ha lasciato Marquinhos nella difesa della Roma lo diranno partite diverse da quella di Livorno: per demerito degli amaranto, non c’è stato un momento in cui la Roma ha rischiato di prendere gol e la conclusione più pericolosa è stata una punizione da 40 metri di parata da . Tuttavia la nuova coppia - ha mostrato, diciamo confermato, una caratteristica che deve essere migliorata più in fretta possibile: non è una coppia veloce, non è rapida sul breve, non è reattiva. Dà una forte sensazione di sicurezza, sa come mettersi, come muoversi, come proteggere la propria area soprattutto nel gioco aereo, ma la sveltezza è un’assenza strutturale. Tenendo davanti a questa coppia, ha evitato qualunque impiccio: passare in mezzo a quel trio è stato impossibile per l’isolatissimo Paulinho. Ma quando i due sono stati costretti a uscire dalla loro zona di competenza, come è successo a al 22’ del primo tempo, si è notata la difficoltà: ha perso l’attimo, messo giù Luci in malo modo e beccato la prima ammonizione romanista della stagione; lo stesso ha fatto nella ripresa quando è uscito dalla linea per... ammorbidire Paulinho: altro giallo. Già alla prima giornata, un’ammonizione a testa per i due centrali.  Come detto, nessuno dei due ha mai tremato. (...)

 

- In America anche aveva provato a lungo il centrocampo rotante, con tre interpreti (spesso , e ) che si scambiavano la posizione. Poi è arrivata Italia-Argentina all’Olimpico e è stato schierato da Prandelli come centrale nella difesa a 4. Il ct lo ha fatto per una serie di ragioni: per avere una soluzione alternativa in caso di emergenza e per inserire, a partita in corso, un centrocampista in più al posto di un difensore, sapendo che può giocare centrale anche in una linea a 4, non solo a 3.  Per quanto si è capito a Livorno, almeno per ora non vede e non pensa a un al posto di o , ma, a differenza di quanto era successo nelle amichevoli degli States, stavolta la posizione di Daniele è stata fissa, o quasi, davanti alla difesa, con Bradley e una ventina di metri più avanti di lui. I tre si sono scambiati un paio di volte, ma ha tenuto la posizione di centrale per almeno 80 minuti. Del resto anche Luis Enrique, che, come ha fatto a Livorno, sganciava contemporaneamente i due esterni, teneva davanti alla coppia centrale della difesa e se quello sarà il suo ruolo ideale lo diranno solo le prossime gare. (...)