05/09/2013 09:24
Imbattuto Erano 8 anni che De Sanctis non chiudeva i primi 180 minuti di campionato senza subire reti. Lultima volta, nel 200506, era ancora allUdinese, la squadra che, con il Napoli, è stata determinante per lui. In Friuli era uno dei big dello spogliatoio, in Campania pure, Trigoria è diventato il terzo indizio che fa una prova: in tournée ha ripreso Osvaldo dopo che a Toronto aveva risposto male a un tifoso, nei giorni scorsi se lè presa con qualche compagno colpevole di aver lasciato in disordine gli scarpini, martedì ha avuto lidea della torta per Borriello. Un suo caro amico, uno di quelli che, insieme a Totti, gli telefonava quando ancora non era giallorosso. Spesso scherzando così: «Ti vuoi sbrigare a venire, guarda che prendono un altro...».
Internazionale Amante dei viaggi e delle esperienze allestero De Sanctis, che ha giocato un anno a Siviglia e un anno nel Galatasaray, ha scelto per le figlie Anastasia e Sara, di 12 e 8 anni, una scuola internazionale, la stessa frequentata dai figli di Totti. Molto geloso della sua vita privata, trascorre con loro gran parte del suo tempo libero, anche se ogni tanto le tradisce per studiare gli avversari attraverso una serie di dvd che custodisce gelosamente. Per questo spesso lo ha preso in giro Antonio Cassano, che con De Sanctis stava spesso allEuropeo 2012 tanto che poi, a fine manifestazione, sono andati anche in vacanza insieme in Puglia.
Musica italiana Oltre ai dvd, conserva con cura anche i cd dei cantautori italiani, i suoi preferiti. Gianna Nannini, in particolare, anche se la canzone della sua vita è «Lemozione non ha voce» di Adriano Celentano. Alto oltre un metro e novanta, indossa il 42 e mezzo (uno meno di Totti), numero tutto sommato piccolo per un portiere. Attento alla linea, spesso si dedica a sedute supplementari in palestra per potersi concedere qualche dolce in più dopo cena. Ama gli arrosticini e adora il gelato, tanto che una volta a Napoli si è improvvisato commesso in una gelateria per fare una sorpresa alla moglie. Animo romantico in casa, «incredibile rompiscatole in campo». Così lo hanno descritto i suoi vecchi allenatori e anche per questo lo ha preso Sabatini. Dopo il mutismo di Stekelenburg era quello che ci voleva per svegliare la quarta peggior difesa della Serie A.