10/09/2013 10:03
«Bella palestra, quella - racconta De Sanctis - Credo mi abbia preparato allatmosfera che troverò la prossima settimana a Roma. Si vogliono sempre vincere partite del genere, ma dopo la sconfitta in Coppa Italia i tifosi saranno ancora più affamati. Derby a parte, giocare a Istanbul mi ha insegnato come comportarmi a Napoli e anche a Roma, posti in cui intorno al calcio cè sempre tensione. La sorpresa più piacevole è lallenatore Garcia. Bravo e serio, attento ai particolari, consapevole di quanto sia importante la comunicazione in questo mestiere. Si è sforzato di imparare litaliano in brevissimo tempo e questo lo sta aiutando».
(...)Il fascino di Garcia ha colpito De Sanctis come ha colpito a suo tempo il direttore sportivo Walter Sabatini, il quale ammette: «Appena lho incontrato ho capito che era luomo giusto. Quando listinto entra in conflitto con la ragione, di solito seguo il primo».
Garcia a sua volta dallincontro con Sabatini ha colto lessenziale. «Mi ha detto: grazie di essere venuto, ma sceglieremo un altro. Lì ho capito che per allenare a Roma serve carattere». Anche per parare, annota De Sanctis: «Siamo partiti bene, daccordo, però bisogna continuare a lavorare così fino alla fine della stagione. I tifosi hanno bisogno di un po dentusiasmo. Di parecchio entusiasmo. E troppo tempo che la Roma non riesce a disputare campionati di livello, comera abituata a fare. La squadra è buona, lEuropa è il suo posto».
La Roma ha preso De Sanctis proprio perché lo ritiene un portiere dalla pelle di coccodrillo, capace di non farsi venire i brividi neppure dopo un eventuale errore. Anche in questo senso lesperienza a Istanbul è stata preziosa: «Fino a quel momento avevo giocato a Udine e a Siviglia. Posti importanti, ma dal punto di vista calcistico un po più tranquilli». Sembrano analisi sensate, non parole dettate dal dovere di ospitalità nei confronti dellintervistatore turco.