19/09/2013 10:53
Identità Come quella di Mondal, arrivato dal Bangladesh nel 1994 e grande appassionato giallorosso. La sua passione sboccia e si consolida nel 2001, lanno del terzo scudetto della Roma e dellarrivo dei documenti necessari per rimanere in Italia. «Ho lavorato pure alla festa del Circo Massimo ed è stato impossibile non innamorarsi di questa squadra. Questanno dice orgogliososono anche riuscito a vedere RomaVerona, che emozione la mia prima partita allo stadio! » Poi una famiglia (rigorosamente romanista), la casa a via Tuscolana e una paninoteca mobile davanti allOlimpico. Domenica il derby lo vivrà da lì. «Questa Roma racconta durante una piccola pausa lavoro mi piace, anche se rimango affezionato a quella di Capello e Spalletti».
In famiglia È biancoceleste invece Noel, cuoco filippino. È in Italia da tredici anni, ma non è riuscito a impedire che suo figlio Mark si convertisse ai colori giallorossi: «I suoi compagni di scuolaspiega divertito sono tutti romanisti, è stato difficile fargli cambiare idea. Peccato, perché proprio non sopporto larroganza dei romanisti. Speriamo che mio figlio non diventi così. Mi dispiace per lui, ma domenica avrà una grossa delusione». Si esalta per il derby anche Sharma, indiano e laziale doc. Col suo accento marcatamente romano, che nulla ha da invidiare a quello del suo idolo Candreva, racconta: «Sono arrivato in Italia tanti anni fa per giocare con la squadra di hockey su prato della Lazio. Poi ho smesso, ma lamore per questi colori è rimasto. Petkovic è un grande, domenica ne vinciamo un altro. Chi segna? Candreva, ovvio. Questo giocatore ci porterà lontano anche inNazionale».
Giorno speciale Dallo Steaua Bucarest alla Lazio, dalla Romania allItalia. Questo il percorso di Joan, manovale, che vive in zona Anagnina da cinque anni ed è passato dalla casacca rossoblù a quella biancoceleste in modo naturale: «Questa società è meravigliosa, promuove un bel calcio, è per questo che tanti ragazzi romeni come me la apprezzano». Provenienza e fede uguali a Elena, che vive a Ladispoli da 14 anni ma lavora a Viale Manzoni. I figli Andrea e Stefano, rispettivamente 25 e 18 anni, sono cresciuti in Italia e anche loro sperano che domenica la squadra di Petkovic ripeta limpresa del 26 maggio. Tifano per Garcia invece Rodrigo e Mariel, i figli di Carmen: «In Perù tenevamo per lUniversitario, ma qui cè solo una squadra, quella della Capitale: la Roma». Come Maik Jailo, della Costa dAvorio: è in Italia da poco ma mentre cerca un lavoro allEsquilino non si dimentica di sostenere i giallorossi. Tante storie e ununica certezza: domenica sarà un giorno speciale anche per i «nuovi romani».