Ljajic, il passato è solo un ricordo
25/09/2013 09:31
TENTAZIONI - (...) Intanto Ljajic se è diventato un bravo ragazzo è diventato bravo sul serio e se recita è da premio. Sembra felice di essersi trasferito a Roma dove il calcio anche in periodi tecnici meno fecondi è sempre stato considerato unespressione di eleganza. Felice di essere in una band la cui musica aveva lodato in via preventiva: «Le sfide tra la mia Roma e la mia Fiorentina hanno sempre avuto un gusto particolare per chi ama lo spettacolo. E con Garcia giochiamo davvero bene». (...)
Ljajic dunque sarà costretto a confrontarsi con il suo passato. Probabilmente non gli peserà troppo per due ottime ragioni. La prima è che lo ha già fatto. Il 13 aprile scorso: Sampdoria-Fiorentina 0-3 e per liquidare a dovere ogni rimpianto Ljajic in quelloccasione ha segnato, spadroneggiato e fatto espellere Gastaldello. La seconda ragione sta nel rifiuto dello stesso Adem a tornare su quella storia: «E passata, è finita. Io non sono più quel Ljajic. Ora non mi arrabbio più quando non mi schierano dallinizio o quando mi sostituiscono». O quando Mihajlovic vuole imporgli di cantare linno serbo o quando un rinnovo di contratto non va come dovrebbe.
UNA PARTITA - E abbastanza lunga la lista di faccende sgradevoli in cui Ljajic nella sua turbolenta gioventù è stato coinvolto, ma quella lite le batte tutte. Rossi allena la Fiorentina, è il 2 maggio 2012 e i viola perdono 0-2 in casa con il Novara. Cè di mezzo una sostituzione, il solito sguardo desolato e irritante del Ljajic dellepoca, un insulto soffiato in serbo, una presa per il collo, due pugni più che parzialmente a segno. In quel momento Adem ha la lucidità di non gettare sul piatto della bilancia i suoi trentanni di meno. Rossi non riesce a mettere a frutto i suoi trentanni di più. E stato detto qualcosa di irripetibile a proposito di mia madre, spiegherà successivamente, non pentito ma punito dalla società con lesonero.
Oggi per Ljajic questa è probabilmente solo una partita, «la partita che apre il nostro campionato», come se tutto il resto fosse stato una lunga preparazione alla sfida con la Lazio. E solo una partita anche per Delio Rossi, una delle tante che vivono gli allenatori, quelli dal cammino pieno di angoli oltre i quali non si vede, una delle due partite che potrebbero portarlo allesonero o al trionfo personale. (...)