04/09/2013 10:43
Agguato "scientifico" Malagò, che ha parlato ai margini della presentazione delliniziativa «Facciamo squadra x arrivare prima!» lanciata da Don Antonio Mazzi, comincia dallagguato al pullman del Verona, lennesima maledetta domenica intorno allOlimpico. Racconta di aver parlato con alcuni dirigenti di polizia che gli hanno ricostruito laccaduto: «Fa riflettere la scientificità della vicenda. Cè unaccidentalità che dire è imprevedibile è poco. Si deve far tesoro di questo. E si deve avviare una riflessione anche se la dinamica è fuori dalle tematiche della giustizia sportiva perché sono episodi che non sono accaduti allinterno dellimpianto. Ma non può essere che per due persone ci debba essere unidentificazione di unintera comunità o di unintera città. ».
Troppa burocrazia Poi, dalla vicenda di domenica sera Malagò plana verso il caso biglietti: «Bisogna far sì che in un paese civile chi vuole andare allo stadio con suo figlio non debba avere tutte le complessità burocratiche che esistono. Questo non vuol dire che dobbiamo tornare a non sapere chi entra negli stadi, ma tutte queste restrizioni e complessità devono finire». Malagò non forza i tempi, pone il problema, ma riconosce che loperazione non potrà avvenire senza sacrosanti approfondimenti.
Legge sugli stadi Ma il capo del Coni in partenza per la sessione Cio di Buenos Aires, città dove il pallone genera spesso problemi anche gravissimi di ordine pubblico, non si astiene neanche dal giudizio sulla nascita della norma. Qui sceglie il beneficio del dubbio: «Il provvedimento è arrivato in un momento oggettivamente difficile». Ma il problema non è più quello di ieri, la questione riguarda il domani: «Non so se si è passati da un estremo allaltro, ma questa regola non può andare avanti allinfinito». Per Malagò cè una strada che può portare al superamento del problema: «Con una nuova legge sugli impianti e con gli stadi nuovi, tutto questo automaticamente si risolverebbe».
Contatti istituzionali Insomma, il dibattito si allarga. Ora sarà interessante conoscere il parere del Governo e in particolare quello del ministero dellInterno e delle forze di polizia. Il problema resta quello di aprire le porte degli stadi senza abbassare la guardia con i violenti. Ma è probabile che la questione sia ormai al centro di uno scambio di idee fra diverse istituzioni, sportive e non, per riuscire a costruire nuove regole.