Mauri rischia la carriera. Il club penalità ed Europa

02/09/2013 15:37

 

Però si prevedono lunghi ricorsi al Tas di Losanna che difficilmente smentisce i diktat della Uefa. Tant'è, sono venuti alla luce convulsi retroscena sulla camera di consiglio della Corte Federale. Verso le 17.15 i dieci giudici, presieduti da Gerardo Mastrandrea, hanno cominciato a scrivere le sentenze ma, dopo aver confermato in circa un'ora i provvedimenti di assoluzioni del primo grado dei vari Milanetto, Benassi, Rosati, Ferrarlo, Zamperini e delle due società Lecce e , si è arrivati a Mauri. Il clima sembrava sereno ma a quel punto c'è stata la spaccatura totale che ha prodotto la decisione di rinviare la sentenza avvalendosi dell'articolo 34 che dispone ulteriori attività di indagini e nuove audizioni. Una scelta sorprendente in quanto mai utilizzata prima ma dietro c'era solo la divisione a metà del consiglio.

Qualcuno ha tirato fuori l'intervista di Di Martino (il procuratore di Cremona che sta portando avanti l'inchiesta) a Gazzetta dello Sport e Repubblica nella quale si annunciavano novità decisive sulla posizione di Mauri parlando di «prove granitiche sulla frode sportiva». «Vi pare che un magistrato così importante non abbia carte importanti da giocare e, se noi lo assolviamo secondo i documenti in nostro possesso, faremo una brutta figura tra qualche mese», questo il ragionamento che è si è fatto largo all'interno della corte. Verso le 19.30 alcuni membri della Corte volevano emettere un provvedimento in linea con gli altri ma poi ha trovato la soluzione rinvio. Senza quello sarebbe stato un probabile -4 per l'illecito di Mauri (3 anni e 6 mesi di stop) e la possibilità di ritrovarsi tra le grinfie di Platini. A quel punto sarebbe rimasto solo il Tnas del Coni per provare a cambiare il corso del processo. La Corte è spaccata e quando giovedì si dovrà stabilire da quali interrogatori ripartire ed è certo che potrà succedere di tutto.