12/09/2013 10:54
Lo so che Livorno e Verona non sono il Barcellona, ma ditelo al Milan che in Veneto ha perso. Poi non dimentico che in un passato vicino, cioè lo scorso anno, abbiamo perso o fatto figuracce con squadre non più forti di quelle che abbiamo strapazzato in questo avvio. Per questo ci voleva subito Parma per una ulteriore verifica e azzittire gli scettici. Dopo mesi di digiuno calcistico non volevamo fermarci, la fame non ci è assolutamente passata e Parma era e resta la verifica per indurci o meno a lasciare spazio ai sogni.
La nazionale ha fermato il nostro ruolino di marcia. Un po come quando si programma un viaggio e appena passato il casello dellautostrada cè chi ti chiede di fermarti allautogrill per fare pipì. Una vera rottura. Pur non volendo apparire come Furio nel film, Bianco rosso e Verdone, questa sosta non ci voleva proprio, pur prevista nel calendario è un imprevisto per noi che presa la rincorsa non volevamo fermarci. Inoltre ha lasciato il campo alle paure. Così i discorsi dellestate sono tornati tutti, lo stadio è una chimera, cè chi rimpiange Lamela e Marquinos, convinto che con loro saremmo da scudetto. Chi non crede che De Rossi sia un pilastro per questa squadra e perfino chi avrebbe voluto un attaccante sconosciuto ma dal nome esotico come se bastasse questo per farne un campione. Un po rimpiango quel tempo - scuserete è anche per letà - in cui noi tifosi non ci preoccupavamo tanto dei conti societari, non scrutavamo i rapporti tra gli azionisti, ma ci limitavamo ad appassionarci per quella maglia. E per quei calciatori che la onoravamo per impegno e capacità, per quegli allenatori che ci davano momenti di entusiasmo. Abbiamo gioito anche con Oronzo Pugliese e abbiamo fatto i cori per un tale Enzo di cui la maggior parte dei tifosi oggi ignora lesistenza. Proprio la pausa per la nazionale mi ha costretto a sentire discussioni infinite basate sul nulla, quasi come la telenovela su Berlusconi (è stato condannato, domani o tra un mese o forse due dovrà lasciare il Senato, il resto sono chiacchiere).
Parole in libertà sono quelle sulle casse della Roma, sugli sponsor, sui bilanci, sullo stadio. Dimenticando che in due partite abbiamo segnato 5 reti senza incassarne una. Che siamo in testa alla classifica insieme alle migliori. Troppo poco per fare festa, ma abbastanza per andare a Parma senza paura. E soprattutto per presentare il conto la settimana successiva a chi, a fine maggio, ci ha rovinato lestate. Possiamo sperare perché questa squadra riesce a darci fiducia, perché ha carattere e uomini veri. E perché non dirlo: un allenatore con carisma e chiarezza di idee. Così abbiamo visto giocare una squadra, capace di tenere la palla a lungo, senza quel fraseggio sterile, reliquia preziosa per agli adoranti del dio calcistico Guardiola (versione Barcellona). Labbiamo vista verticalizzare senza quegli assalti scellerati che ci esponevano inermi alla reazione degli avversari.
Tutti i fondamentalismi sono pericolosi, anche nel calcio. Garcia invece mi sembra un laico che sa scegliere per il meglio, senza dogmi e con concretezza. La Roma che abbiamo visto è così. Attacca e crea occasioni, si difende con attenzione e lascia agli avversari poche possibilità. Per questo ora sappiamo che abbiamo una squadra vera. Ed era tanta lansia dopo la liquidazione del Verona che avremmo voluta rivederla subito in campo. Dovremo aspettare, anche più degli altri. Ma archiviata la nazionale riprendiamo a parlare della nostra Roma, di chi cè oggi, rispolveriamo il nostro entusiasmo, la nostra passione. Torniamo ad emozionarci, a sperare, a giocare con la nostra antica ironia romana su avversari e avversità. I bilanci lasciamoli a Pallotta. Vincere a Parma provocherebbe unesplosione di entusiasmo, il carburante giusto per vincere la domenica successiva la sfida con chi si è illuso di rappresentare questa città da un punto di vista calcistico. Invece Roma è la Roma. Ricordiamoglielo. Cominciando da Parma, passando per il derby e guardando oltre. Un grande cammino inizia con un primo passo (Mao). Noi labbiamo già fatto, adesso continuiamo così. E cari tifosi polemici...vediamo il bicchiere mezzo pieno: quante squadre sulla carta sono più forti della nostra?