02/09/2013 12:09
Cera aria di staffetta Ljajic-Gervinho, invece a partire dal primo minuto è livoriano, largo a sinistra nel tridente atipico completato da Totti e Florenzi, mentre resta in panchina Borriello, che oggi dovrebbe tornare a Genova. A centrocampo, esordio ufficiale per Kevin Strootman, interno a sinistra accanto a De Rossi, con Pjanic dalla parte opposta. Per il resto, stessa squadra di Livorno. Mandorlini risponde con un 4-3-3 che è tale solo sulla carta, perché in campo si vede la sua versione più abbottonata, il 4-1-4- 1, con Donati davanti alla difesa e Martinho quarto a sinistra sulla linea dei centrocampisti, almeno in fase di non possesso. Il silenzio dellOlimpico (senza Curva è difficile accorgersi che si sta giocando in casa) ha effetti collaterali: minuto numero quattro, lancio profondo a pescare Florenzi sul filo del fuorigioco, controllo, un secondo per prendere la mira e pallone incredibilmente fuori dallo specchio. È la Roma a fare la partita, provandoci su schema da calcio piazzato (Castan di testa, alto) e da fuori area (De Rossi per due volte, Rafael non la blocca mai ma sulla ribattuta non arriva nessuno), anche perché per passare il muro gialloblù ci vuole un colpo di genio o di cannone e ancora non è il momento.
Il Verona si vede solo con qualche spunto di Romulo, ma con quel nome lì non può certo fare male alla Roma e infatti il suo diagonale 18 finisce fuori sul primo palo. Strootman non sarà al massimo, ma il piede nei contrasti ce lo mette sempre e pure il tiro con sinistro, che al 35 meriterebbe miglior fortuna per pulizia e rapidità desecuzione e invece esce di un metro. È dellolandese anche lultima e più grossa occasione del primo tempo: Gervinho va via in dribbling e mette in area un cross basso, lui ci arriva con il piede sbagliato e perde lattimo per la conclusione. Comincia la ripresa e la staffetta nellaria, nellaria rimane, perché è Florenzi a lasciare il campo per lesordinete Ljajic, stesso numero e stessa iniziale di Lamela, piede diverso ma stessa (buona) sorte al debutto. All11 esplode la sindrome dellArdenza: due minuti e la Roma apre e chiude la partita.
Comincia Strootman, che si rialza vittorioso da tre contrasti di seguito sulla trequarti e lascia a Totti, taglio per Maicon e destro sul secondo palo (aiutato da una deviazione di Cacciatore), buono per portare in vantaggio la Roma e prendersi il primo gol in giallorosso, festeggiato a braccia larghe sotto la Curva, purtroppo quella sbagliata. Il tempo di rimettere la palla al centro e far ripartire lazione, che Pjanic vede Rafael (non quello che voleva Sabatini) e da venti metri si inventa un pallonetto che scavalca il portiere e si infila sotto la traversa, lentamente per farsi ammirare per bene. 2-0 e a casa? Neanche per idea. Dopo due conclusioni di Gervinho addosso a Rafael, il ragazzo che non è cattivo (è che lo disegnano così) saluta i nuovi tifosi: controllo al limite dellarea, destro che è un colpo di sciabola e che fulmina il portiere allincrocio. Piacere, Adem Ljajic. Mandorlini da qualche minuto aveva provato a cambiare qualcosa inserendo Sala e Juanito, poi entra anche Cacia (al posto di Toni, applausi per lui) e proprio a lui capita la palla migliore, un bel destro dal dischetto che Strootman salva sulla linea poco dopo la mezzora. Il resto è unaltra botta di Ljajic, che stavolta trova lopposizione delex compagno Romulo, e unaltra di Totti, bellissima, ma alta sopra la traversa. Il primo settembre è il capodanno per il calendario alessandrino. È stato un bel modo per dirsi buon anno.