Roma più che capitale

23/09/2013 10:30

Nuovo corso La Roma è cambiata per cinque undicesimi, mezza difesa (, e ), a centrocampo, e Gervinho o davanti anche se questa volta comincia col primo ma ci aggiunge il secondo poco dopo l’inizio della ripresa, togliendo il romano afflitto da sindrome da derby. E’ la mossa decisiva e la prova, ove mai ce ne fosse bisogno, che , capace in un mese di «rimettere la chiesa (Roma) al centro del villaggio», come dirà poi prendendo a prestito un modo di dire francese, questa partita voleva solo vincerla. I suoi meriti vanno al di là della lucidità nei cambi: è un leader che ha trasferito nello spogliatoio della Roma regole, certezze, autostima, senso del gruppo. Ha messo l’eterno al centro del progetto, finto centravanti e fine tessitore, dalla linea mediana a quella di fondo, di tutte le trame giallorosse. Un extraterrestre. E ha ricostruito, nell’animo e nel fisico, , tornato a essere capitan futuro (visto che il presente continua a essere occupato): la sua esultanza sull’10, dopo avere stoppato il tiro del possibile 11 di Ederson, la dice lunga sullo spirito ritrovato.

Calimero Balzaretti E’ lui l’anello debole della nuova Roma? Il dibattito nella Capitale è aperto e dopo avere visto Biabiany spopolare a Parma mercoledì, il sospetto che con Candreva potesse finire male aveva sfiorato anche noi e, visto quello tenuto così basso, forse pure . Ma il calcio è un mistero buffo: Balzaretti, che con Candreva e per un po’ anche con Lulic, finito dalle sue parti, aveva sofferto da matti, diventa l’uomo del match poco dopo l’ora di gioco. Due sinistri in un minuto, entrambi per gentile concessione di . Il primo sradica il palo, il secondo, scheggiato da Gervinho mentre Balzaretti sta ancora consumando la sua disperazione, è quello giusto, bagnato da lacrime liberatorie. Quando arriva l’10, la Roma ha già cambiato marcia (e con ) e si è presa la partita, mettendo la Lazio all’angolo dopo un primo tempo bloccato e in perfetto equilibrio. Fin lì, colpi di testa e di stinco imprecisi di Gervinho, e Klose e nessuna parata dei portieri. Dopo, solo quelle di Marchetti su DeRossi, e il subentrato Borriello (standing ovation per ) in pieno recupero, un attimo prima del rigore (netto) del 20 di , sul quale rovina addosso l’esausto Ledesma.

Hernanes chi? Dalle stelle alle stalle, protagonista in positivo giovedì col Legia, assente ingiustificato al pari o quasi di uno spento Klose con la Roma. , più di , lo cancella dal campo molto prima che si decida a farlo Petkovic con Ederson. Eppure non è una brutta Lazio quella che cucita dietro da Cana e in mezzo da Candreva e Ledesma tiene botta per un’ora. Stessa squadra della passata stagione vuol dire però un anno in più per tutti, e che Klose (35 compiuti) possa essere appannato (sua la grande chance fallita sullo 00) è nell’ordine delle cose. Petkovic dice che la Lazio ha avuto più palle gol della Roma. E’ falso e non ha fatto una parata. ma è vero che al minuto 82 l’espulsione di Dias, subentrato’ all’infortunato Ciani, è una beata invenzione dell’arbitro Rocchi, che ha sbagliato cartellino. Mancavano in tutto 12’ alla fine. Abbastanza per provarci ma senza certezza alcuna. Anche questa volta il derby, come il 26 maggio, l’ha vinto la squadra migliore.