30/09/2013 10:08
Conservativa anche la scelta in difesa dove lassenza di Maicon è tamponata dallingresso di Torosidis sulla destra e lo spostamento a sinistra di Balzaretti: Dodò di nuovo bocciato (non è il momento di fare esperimenti). La sostanza cambia di poco la qualità della Roma che a centrocampo è davvero di un altro pianeta. Il feeling tra De Rossi, Pjanic e Strootman aumenta col passare dei minuti ed è in quella zona del campo che Garcia costruisce le sue fortune. Alla Roma bastano così otto minuti per portare la partita dalla sua parte: altro che partenza soft (un calcio anche alla cabala). Innesca tutto Totti che rimedia una punizione sulla trequarti. Sul pallone va Pjanic, siluro dalla distanza col povero Curci costretto alla ribattuta corta sulla quale Florenzi si avventa come un furetto: fa uno a zero, terzo gol del giovane di Acilia (capocannoniere giallorosso assieme a Gervinho e Ljajic) e Olimpico in delirio. Ed è solo linizio perché col passare dei minuti la Roma diventa padrona assoluta del campo: gioca tanto e bene, tutto riesce alla perfezione agli uomini di Garcia che non buttano un pallone. Altri otto minuti e nuova gran palla di Totti sulla ripartenza innescata da Strootman e ben concertata da Florenzi. Il capitano consegna la palla a Gervinho che fa tutto da solo, semina Antonsson e inchioda per la seconda volta Curci (anche stavolta non perfetto). Due a zero e Roma in orbita. Ci sarebbe anche un rigore per i giallorossi ma Russo di Nola forse non vuole infierire. Non cambia la dinamica di una gara già scritta nella quale non poteva mancare il contributo di Benatia: il franco-marocchino oltre a giocare una gara pazzesca in difesa sigla il suo secondo gol in giallorosso su angolo, udite udite, ancora di Totti. Tre a zero con la Roma che concede al Bologna qualcosa solo nei minuti finali: eccesso di confidenza, un classico. Prima dellintervallo cè ancora il tempo per vedere Gervinho allopera: livoriano dribbla tutti, anche se stesso.
La ripresa è unaltra partita, dal cielo piove linferno, lOlimpico si allaga e la Roma inizia a pensare a San Siro. Le ciliegine sulla torta le mettono prima Gervinho: gol da attaccante vero (17'), fissa il risultato sul 4-0 e regala unaltra gioia a Garcia che lo aveva voluto a Roma contro tutto e tutti. Per Ljajic entrato nel finale proprio per Gervinho che fa un gol da fenomeno. Ai tre fischi di Russo scatta la festa, la Roma si stringe al centro del campo, si abbraccia e poi corre sotto la curva per il meritato tributo del suo popolo. Garcia applaude, forse nemmeno lui poteva immaginare una Roma così forte da subito. Gli americani? Ad un tratto polemiche, prefiche e vedove varie sono scomparse e Boston è tornato ad essere il centro del mondo. E adesso tutti a San Siro.