Tre indizi, una prova. E se si vince così si può fantasticare

17/09/2013 13:05

Giocatore laser, centonovantatrè centimetri di lucidità e faccia da meraviglioso bastardo. Euforia marcata dal numero tre. Tre gol, tre punti, tre vittorie, tre anni che non si partiva così spavaldi. Era la Roma di Spalletti. Accidenti se si somigliano le due, ma questa di sembra più solida. Ha la freddezza e la finta apatia dell’entomologo che studia l’insetto prima di fissarlo con uno spillo nel suo catalogo. [...]



Bello che sia a riavviare il nastro. Giocatore meraviglioso che io lascerei spompare settanta, ottanta minuti, a briglia sciolta, su tutto il fronte e dentro tutti i corridoi del campo, senza soggiogarlo tatticamente. Bello che sia a segnare, a poche ore dal contratto che lo renderà eterno, dentro una squadra che, si capisce, gli piace sempre più. Bello che sia ancora lui a stravincere l’inconfrontabile confronto con il solito bullo polletto di Cassano, da sempre allergico al proprio sudore. Bello che Borriello entri a giocare una manciata di calcio e lo faccia con tanta voglia, svettando anche da difensore su una palla mortifera.

Assolutamente belli e insieme (ehi, in quale soffitta sono finite le trombe che pontificavano sull’incompatibilità dei due?). Impressionante . Tre partite e non ha sbagliato un minuto. Bellino persino Gervinho. Dà l’idea dell’inciampone, smania da solista, non vede il resto del campo, ma quando va via in verticale è una grande opzione per una squadra che ha grande palleggio ma non grandissima corsa.

A una settimana dal derby può bastare. Se questa squadra è grande come sembra, non se la farà scappare l’occasione.