Turbo Maicon: «Roma, mi hai rigenerato Ma datemi il mio Brasile»

05/09/2013 10:08

Tornato a sorridere ha iniziato la stagione in giallorosso con un programma personalizzato, finalizzato a recuperare il prima possibile la forma atletica dei giorni migliori. Fin dal ritiro di Riscone la Roma gli ha messo addosso un (Franco Chinnici) che si è dedicato anima e corpo al brasiliano (e che è con lui anche in questi giorni, tra Brasilia e Boston, a casa di Pallotta, dove martedì giocherà sempre in amichevole contro il Portogallo). Se è tornato già a buoni livelli, il merito è suo, di Chinnici e del figlio. «Negli ultimi due anni ho esagerato con la vita notturna — ha detto nei giorni scorsi —. Ho passato un brutto periodo, non stavo bene neanche con me stesso. Poi un giorno mio figlio mi ha chiesto perché non giocavo più, mi ha commosso. E lì ho capito che dovevo cambiare». E così è stato, tanto che domenica, dopo l’autogol di Cacciatore propiziato da un suo spunto, ha festeggiato con gli occhi fissi al cielo, quasi a voler ringraziare Dio, lui che è molto religioso.

Obiettivo Mondiale Adesso, però, c’è anche un Mondiale da inseguire, che poi è il vero grande obiettivo stagionale. «Ogni volta che ho indossato la maglia del Brasile ha cercato sempre di fare del mio meglio — dice il laterale della Roma dal ritiro di Brasilia —. E ogni volta che avrò ancora l’opportunità di farlo sarà così. Giocare per il Brasile è una responsabilità, farlo in un Mondiale in casa ancora di più. La speranza è che vada bene come in passato, il mio obiettivo ora è quello di non lasciare più la squadra ». Ci spera anche Scolari, che con lui e Dani Alves a destra si sentirebbe ampiamente al sicuro. «Ma non posso dimostrare niente con le parole, devo farlo in campo», chiude il laterale giallorosso. Nella Roma (accordo con Borriello per spalmare il contratto) ha già cominciato a farlo e la gente lo adora, visto che era dai tempi dello scudetto del 2001 (con Cafù e Candela) che non aveva un esterno di difesa così forte. Adesso lo aspetta a braccia aperte anche il Brasile. Poi, probabilmente, quei due brutti anni saranno davvero definitivamente nel cassetto dei ricordi.