27/09/2013 09:30
NEL NOME DI RUDI
Garcia come Voeller. Due Rudi e lo stesso volo. Capaci di far decollare lentusiasmo, di portarlo ad alta quota e di trascinarsi dietro la folla e anche gli altri che inizialmente non si fidavano. I credenti, però, sono altri. Quei giocatori che subito hanno sposato lIdea del nuovo allenatore. A priori, pur non conoscendolo. Hanno detto sì a tutto, anche perché il francese, sempre aperto al dialogo, ha chiesto loro che cosa volevano fare da grandi e soprattutto se volevano tornare grandi. «Ricostruire» è il verbo che spesso ha usato Garcia. Psicologicamente e tatticamente. E successo. «E abbiamo fatto prima di quanto mi aspettassi» ha detto Rudi, anche in pubblico.
SEGRETI E VIRTÙ
La Roma è riapparsa, dopo la batosta terribile del 26 maggio, dalla finale di Coppa Italia, trofeo lasciato alla Lazio. Il passato per Garcia non esiste. Nè i giorni più brutti, nè i più belli. In questo senso cancella anche il presente che è poi quel primato in classifica a punteggio pieno. Cè solo il futuro. Ai calciatori e ai dirigenti lo ripete spesso. A Genova, vinta la quinta partita, già si stava informando sul Bologna, avversario di domenica sera allOlimpico. «Questa città di grandi eccessi. Dallentusiasmo è facile cadere in depressione. Quindi nel bene o nel male dovremo sempre guardare avanti» la sintesi del suo pensiero.
STRATEGIA DA CHEF
Cottura a fuoco lento che introduce la gran pappata. Infierire sui rivali stanchi. La Roma si comporta così dalla prima giornata. Il ritmo non è mai ossessivo ad inizio partita. Nessuna smania. Aspettare il momento buono per dare il colpo di grazia: 12 reti, tutte nella ripresa. E un gol incassato. Da lì nasce tutto il lavoro di Garcia, con laddestramento quotidiano a difendere insieme. Tutti per uno: il portiere De Sanctis, il meno impegnato (e battuto) del torneo. Comportamento da squadra. Perché oggi la Roma è squadra. Solida per attenzione e organizzazione. Sa quando andare a vincere la partita, senza però mai far saltare lequilibrio. Con il sacrificio di gruppo. Gli interpreti hanno più esperienza che nel recente passato e il francese si affida a un comitato di cinque-sei saggi. Tra loro, ovviamente, i capitani-senatori Totti e De Rossi. Ma anche il giovane Pjanic. Ora in campo portano più centimetri e più muscoli. In assoluto più cattiveria. Quando difendono e quando attaccano. Sempre con qualità, però. Che si vede nel possesso palla, nel fraseggio veloce, a un tocco, per mandare in tilt gli avversari. Dietro e avanti. Su e giù.
NO AL RINVIO CON IL NAPOLI
Sono 9 i marcatori (anche 10: Maicon ha festeggiato contro il Verona grazie allautogol di Cacciatore) e 12 le reti. Gol per tutti i gusti. Non sono unesagerazione i 17 calciatori utilizzati. La rotazione da forza alla panchina. Chiamati in causa pure Borriello e Taddei, fino allultimo giorno di mercato possibili partenti: il centravanti già due volte titolare, laltro tre in corsa. Per questo la società giallorossa è contraria allo slittamento della gara del 19 ottobre allOlimpico contro il Napoli. Per non fermarsi, rischiando di farsi cullare dallonda di euforia. La Lega è stata avvisata.