Da clown a killer: come Gervinho ha ritrovato se stesso

01/10/2013 17:21

Nelle ultime due stagioni era diventato oggetto di scherno nel Nord di Londra. Un po' per ridere inizialmente, ma poi è arrivata la consapevolezza che, oh no, la barzelletta era arrivata all'. Dove un tempo c'era stato Thierry Henry, c'era questo ragazzo, Gervinho. Con ogni partita sbagliata, ogni chance bruciata, ciascuna dava indicazioni di come, almeno secondo alcuni, Arsene Wenger aveva perso il suo tocco, quello che vedeva un quanto mai lontano da quello visto nella fine degli anni '90 e i primi 2000, quando sulle fasce c'erano alcuni dei più tecnici giocatori che avessero mai giocato in Inghilterra e non solo.

L'esasperazione cresceva e con questa il risentimento. Spesso fischiato in casa, Wenger disse "c'è una mancanza di fiducia soprattutto all'Emirates" quando gioca Gervinho. "Ho sentito che negli ultimi sei mesi è stato molto difficile per lui esprimere il suo talento in modo sicuro", ha spiegato. Wenger doveva prendere una decisione: "Devo farlo tornare quello di prima o ha bisogno di una nuova sfida per fargli riconquistare la fiducia persa?". Gervinho ha deciso per sè: "sono voluto andare via - ha detto a L'Equipe - ho bisogno di giocare di più, soprattutto perchè c'è una Coppa del Mondo il prossimo anno". L'ivoriano non ha apprezzato le dichiarazioni di Wenger riguardo al trauma che ormai provasse a giocare all'Emirates. "Questo è il suo parere - ha detto Gervinho - Non ho intenzione di metterlo in discussione. Mi ha offerto di andare via e l'ho fatto. Avrei preferito avere la sua fiducia, ma così non è stato. Ho molto rispetto per Wenger, ma un giocatore ha bisogno di giocare e della fiducia del proprio allenatore".

Gervinho ne aveva bisogno: "Con ce l'ho" ha detto. lo aveva già allenato al Le Mans e poi al Lille. Il tecnico francese lo ha preso in attacco ogni volta che ha potuto, quindi non avrebbe dovuto sorprendere che, anche alla luce del suo periodo nero all', il tecnico francese l'avesse chiesto al direttore sportivo Walter non appena arrivato a Roma quest'estate.

Un elemento essenziale del suo Lille con Adil Rami, Mathieu Debuchy, Yohan Cabaye ed Eden Hazard, insieme ai quali ha vinto, due anni fa, il campionato e la coppa di lega, una prodezza che non riusciva al club dal 1946. Gervinho aveva realizzato 15 reti in Ligue 1 in quella stagione. Salì in doppia cifra anche in assist, quindi almeno sulla carta si poteva ben capire perchè Wenger lo volesse. Herny stesso disse che Gervinho "era fatto per giocare in Premier League", come il suo compagno di nazionale Didier Drogba. Poco tempo dopo essersi legato all', all'ivoriano fu chiesto se fosse stato difficile lasciare Lille: "E' stata dura soprattutto lasciare - risposte-. Lui ha bisogno ancora di me e io ho ancora bisogno di lui". Riunito con il suo mentore, è come se non si fossero mai lasciati: "Abbiamo sempre detto che un giorno ci sarebbe piaciuto tornare a lavorare ancora una volta insieme - ha detto Gervinho -. C'è un rispetto reciproco. Lui sa come farmi rendere al massimo. Sa come rapportarsi con me quando gioco bene e quando non lo faccio. Lui è una persona che conosco e lui conosce me. Il mio adattamento a Roma sarà più facile".

Il rapporto fra e Gervinho è un esempio del legame che alcuni allenatori hanno con alcuni giocatori. A differenza di Arsene Wenger, egli sa quali bottoni premere, come plasmarli. Già a Roma stiamo vedendo il Gervinho del Lille, non quello dell'. Dopo aver segnato per la prima volta nel 2-0 rifilato alla Sampdoria nel turno infrasettimanale, sigillando la quinta vittoria consecutiva della sua squadra, la migliore nella sua storia, è stato l'uomo quasi per ogni giornale l'uomo partita con la sua prestazione domenica nella trascinante vittoria per 5-0 contro il all'Olimpico.

Gli ospiti non potevano arginarlo. "Per fermare Gervinho, hanno dovuto strappargli la maglietta", ha scritto Massimo De Luca sul "Corriere della Sera". L'immagine della serata è stata la maglietta ridotta in brandelli da un difensore che lo aveva trattenuto per la disperazione. Alcuni a sedere, altri perdendo l'equilibrio. Frustrati, sono ricorsi al gioco duro. Diego Perez e Archimede Morleo sono finito sul taccuino dell'abitro. In quale altro modo speravano di arginare Gervinho? 

A segno due volte, ha concluso un paio di ottimi contropiedi con sicurezza. Ha ritrovato il suo uno-contro-uno con l'ultimo uomo, lo ha superato andando sul fondo prima di trafiggerlo con un tiro nell'angolino basso sul primo palo e poi sulla parte interna con una meravigliosa conclusione che ha gonfiato la rete in alto sul secondo palo. "La pioggia si è fermata per vedere il suo secondo goal", ha osservato Rinaldo Boccardelli sul 'Corriere dello Sport'. Soprannominato "Er Tendina", la tenda, per via della sua acconciatura, era una tenda che copriva il dopo la sua seconda rete.

"Da oggi basta Youtube" ha argomentato Andrea Pugliese sulla 'Gazzetta dello Sport'. "Il vero Gervinho è questo qui, rigenerato nella mente e nello spirito da . Alla faccia dei tanti tifosi dell’ che per i due anni spesi in Inghilterra l’hanno surclassato di insulti, prese in giro e sbeffeggiamenti vari, postando più di un filmato di ringraziamento quando è andato via, con la (presunta) carrellata dei suoi errori all’Emirates. Quello di ieri all’Olimpico (per la sua terza partita consecutiva dal via in giallorosso) è invece un giocatore meraviglioso, capace di spaccare le difese in velocità e che quando parte ha solo un difetto: va più veloce del pallone". E' stata una grande soddisfazione per 'Gervi', come lo chiamano i suoi compagni di squadra affettuosamente, anche perchè la sesta vittoria consecutiva della Roma ha mandato i giallorossi in testa alla classifica. "E' un ragazzo che ha bisogno di fiducia - ha detto dopo la partita - e abbiamo avuto il modo di capire che le occasioni da gol che crea non esisterebbero senza di lui. Potrebbe sbagliarle, ma preferisco avere lui, perchè so che sarà lui a crearle, quelle opportunità. Gervinho ha più esperienza ora. E' felice con i suoi compagni di squadra ed è più facile per lui giocare con questi giocatori di talento al suo fianco"

Parlando alla Rai Lunedì, Gervinho ha detto: "Con questa spirito siamo tra le squadre più forti d'Europa". E' un peccato che la Roma non possa beneficiare del suo talento in altre competizioni, anche se va detto che per molte persone un calendario di incontri favorevole potrebbe dare una seria possibilità alla Roma per lottare per lo scudetto. In vista di questa di questa settimana di partite di , ha sostenuto spera che le squadre italiane vadano bene e che il vinca stasera contro l'. E 'stato un errore di traduzione . "L' sarà sempre caro al mio cuore ", ha scritto su , " e mi auguro il meglio per loro".

Anche se in questo momento il meglio per lui è essere tornato con , sotto il quale Gerv sta finalmente ritrovando la sua verve .

 

(continua)