Festa storica

19/10/2013 13:02


O con otto in fila, le sue vittorie consecutive, e ventiquattro punti, a colletto aperto e tecnologici appunti, Benitez cravatta e taccuino.




La prova dell’otto, che nella circostanza vale più di quella del nove in matematica, sta anche nella scansione dei minuti decisivi della partita vinta dai giallorossi con 205 Paesi collegati o all’ascolto, il web intasato.

Otto, trentadue, quarantotto, ventiquattro: all’ottavo minuto entrava Maradona, di nero vestito (colore che sfina), circondato dal servizio d’ordine, che potevi confondere con gli agenti di Equitalia, e si poteva ascoltare dal settore napoletano il vecchio “O mamma, mamma, mamma” che sostituiva al momento ’O surdato ’nnammurato, ohi vita, ohi vita mia, che invece è la dolce vita della Roma. Qui pianse per la sua Argentina, Diego, anno 1990, qui non sorrise ieri sera per il suo . Si fermava quasi lo stadio per applaudire Diego (con la “e” stretta alla napoletana) e quasi quasi pure dal campo volgevano lo sguardo lassù.




Al trentaduesimo minuto usciva , al quarantottesimo
, sotto gli occhi di Maradona, tirava una di quelle punizioni che ha imparato da Juninho Pernambucano: la precisione è la sua cifra; al ventiquattresimo del secondo tempo era ancora (era appena entrato Higuain: si trovava in una situazione anche peggiore che quella del tuffo sullo scoglio a Capri, e i punti saranno cinque, ma di distacco) felice per quel gol giallorosso e per la fresca qualificazione mondiale con la sua giovane Bosnia, a portarsi sul dischetto del rigore, stavolta in faccia alla Sud e con di fronte Reina, l’ipnotizzatore di Balotelli che aveva costretto SuperMario al primo errore da quella posizione. no, lui non sbagliava: Reina di qua, il pallone dall’altra parte.




Di quando in quando rimbalzava dalla Nord alla Sud e viceversa l’invito al Vesuvio, il coro della controversa discriminazione territoriale, al quale, pur con qualche cenno iniziale a Nerone, i partenopei rispondevano con un applauso da applausi. Piuttosto c’erano lanci di fumi e scoppi di petardi e striscioni che erano passati indenni al ferreo controllo su accendini e bottigliette d’acqua. Boh. Corrono ancora sotto la Nord e poi tutto il campo fino alla Sud gli eroi in giallorosso.