02/10/2013 10:38
Ma a quello manca tanto, troppo. Cè da pensare allInter (la conferenza stampa è in programma per venerdì), il resto Garcia lo lascia agli altri. E gli altri pensano a lui. Una vera Garcia-mania, che ha contagiato tutta Europa (dove si celebra lexploit romanista) e che ovviamente è più intensa in una Francia che gongola per uno suo tecnico che si sta mettendo in riga tutti quelli italiani. Parlano gli amici, gli esperti, parlano anche gli ex giocatori di Rudi. Come il 30enne difensore Franck Beria, al Lille dal 2007 e che ha quindi vissuto con Garcia tutti i trionfi: «Si tratta del proseguimento di quello che stava facendo qui ha detto Beria -. Al di là di quello che sappiamo di lui, ha dovuto lavorare molto perché il calcio in Italia è molto diverso da qui. La sua prima qualità, daltra parte, è proprio la capacità di adattarsi. Penso che abbia lavorato e si sia adattato alle peculiarità italiane». Capacità di adattamento di fronte a condizioni e situazioni nuove. Che poi è anche il succo della definizione di intelligenza. E uno intelligente Garcia, uno brillante, attento ai dettagli fin da piccolo. Come ha spiegato Sandrine, la sorella di Rudi, al quotidiano francese Le Parisien: «Mi piaceva starlo a guardare quando provava le sue prime tattiche con il Subbuteo, non aveva neppure 10 anni». Immaginatevelo il piccolo Garcia, magari coi calzoncini corti, piegato sul panno verde quando cominciava a mettere le basi per riportare la chiesa al centro del villaggio. Intelligenza e capacità di adattamento, ci rientra anche la facilità con cui ha imparato litaliano: «Lho chiuso unora e mezzo con una mia dipendente. Quando è uscito, lo parlava» ha rivelato Gilberto DAnnunzio, lamico pizzaiolo di Garcia a Lille. E se sei intelligente, se ti adatti con enorme facilità alle novità, il passaggio da Lille a Roma non ti può spaventare più di tanto: «era il più sereno di tutti noi» hanno detto ancora le persone vicine a lui a Le Parisien.
Che riporta anche le parole di Frederic Bompard, il collaboratore del tecnico giallorosso, quello con cui parla in tribuna via cellulare, quello che lo ha sostituito in panchina contro la Samp: «Non ce laspettavamo un inizio di stagione così. Fin dallinizio abbiamo visto che cera una squadra di qualità. Bisognava solo far venire fuori queste qualità. Penso che la Roma avesse bisogno di un vero leader nello spogliatoio». Un leader, Garcia. Un leader intelligente.