L’orchestra nei piedi di Pjanic

27/10/2013 09:22



DA RISCONE IN POI , che veniva da un 26 maggio vissuto in panchina e l’espressione era ben diversa, ha accettato, si è assunto le responsabilità e ci ha riprovato, diventando della Roma un piccolo grande condottiero, direttore di un’orchestra che per ora funziona a meraviglia. Il cervello: regista a centrocampo, in attacco, lui ha il compito di inventare. È tra i più precisi nei passaggi, si difende bene negli assist e fa gol, due bellissimi contro Verona e e uno su rigore sempre contro i partenopei. A Udine toccherà a lui raccogliere l’eredità di , proprio come accaduto due venerdì fa contro la formazione di Benitez quando il capitano ha lasciato il campo per infortunio. Lo farà per Checco, così vuole Rudi, e lo farà per la Roma. E anche per se stesso, perché ora è sempre più a caccia di un rinnovo, il suo contratto scade nel 2015 e a Roma guadagna poco. È complicato blindarlo. E pensare che la scorsa estate era tra i più cedibili. Non era il solo, ovvio. Tutta la Roma era stata accolta il primo giorno di raduno a Trigoria tra fischi e insulti. Poi una magìa si è impossessata di tutti e , da piccolo principe a re. Succede nelle favole. E questa forse lo è.



UN RE COSTOSO I re valgono, costano. Sono pieni d’oro e brillanti. Li vendi e incassi: potrebbe essere la politica del futuro, in quanto già stata una politica del (recente) passato. Per offrono 30 milioni Tottenham e United. Per adesso la ricchezza della Roma è avere . E un domani lui o uno meglio di lui.