04/10/2013 10:45
Lavoro Di fatto una squadra che gioca la Champions si allena di meno: nella settimana della partita i giocatori «perdono » almeno tre sedute di lavoro, tra laltro le più pesanti dal punto di vista dei «carichi» atletici. Prendiamo la Juve: ha giocato domenica scorsa in campionato, poi lunedì e martedì ha preparato la sfida contro il Galatasaray (quindi allenamenti mirati e non faticosi) e giovedì (dopo la gara) si è limitata a un lavoro di scarico. Solo da oggi (venerdì) si comincia a pensare al Milan che verrà. Lo stesso discorso vale per i rossoneri, pure loro in campo per la Champions. Inter e Roma, al contrario, hanno avuto sei giorni di tempo per lucidare le armature, curare i normali acciacchi, preparare tatticamente la supersfida.
Stress Alla lunga gli impegni europei si sentono. Limportante è avere una rosa ampia e di alta qualità: turnover è la parola magica per gli allenatori che partecipano a due manifestazioni. Va, tuttavia, considerato anche un altro aspetto: ci sono giocatori, soprattutto i campioni, che agli allenamenti preferiscono le partite, magari di grande livello. Qualche esempio: la Champions non pesa sui muscoli di Cristiano Ronaldo, così come non pesava su quelli di Maldini. Per loro, forse, era più fastidiosa la routine del lavoro giornaliero: sempre gli stessi esercizi, sempre le stesse cose, pochi stimoli. Certo, a livello di infortuni una partita internazionale è un pericolo: si gioca con grande intensità, ci sono numerosi contrasti, e poi cè la tensione psicologica che danneggia pure i muscoli. Avete mai sentito parlare degli infortuni «da stress»?
Sorprese Sostenere che sia meglio non fare le coppe è un discorso simile a quello della volpe e delluva, però una cosa è certa: lInter e la Roma, squadre rifondate, se giocassero anche in Europa, non sarebbero tanto brillanti fisicamente, non avrebbero una così chiara fisionomia tattica e non sarebbero le sorprese del campionato.