La partita sì, lo sciopero no. Se anche il sindaco va in tilt

17/10/2013 10:29

GASPORT (A. CATAPANO) - Sospendete la partita? No, sospendete lo sciopero. È l’appello che il sindaco Ignazio Marino ha rivolto ieri pomeriggio ai rappresentanti sindacali dell’Usb. «La concomitanza della partita RomaNapoli e della manifestazione nazionale – ha detto il primo cittadino – potrebbe creare una situazione di disagio e pericolo che né i romani, né i manifestanti, né i tifosi dovrebbero essere costretti a subire. Perciò mi affido al senso di responsabilità del sindacato e chiedo di sospendere lo sciopero, pur riconoscendone la legittimità e il diritto dei lavoratori a manifestare il loro dissenso, limitatamente alla à di Roma e alla fascia oraria compresa tra le 20 e le 24 di venerdì, in modo da evitare di aggravare una situazione già di per sè complessa». Caro sindaco, per tutelare la serenità e l’incolumità dei suoi cittadini, anche lei avrebbe potuto manifestare il proprio dissenso quando il Prefetto Pecoraro decise di far disputare RomaNapoli allo stadio Olimpico, nel giorno dello sciopero dei sindacati di base e a poche ore dal corteo No Tav. Ne avrebbe avuto tutto il diritto e forse, se l’avesse fatto per tempo, avrebbe alleggerito il tranquillo weekend di paura che attende la sua à. Allora, invece, Ignazio Marino manifestò chiaramente il proprio... consenso. «La decisione del Prefetto – si legge nel comunicato ufficiale del 7ottobre – risponde alle esigenze dei cittadini, dei tifosi e a quelle della sicurezza e della qualità della vita nella nostra à».

CAOS IN VISTA - Sembra trascorso un secolo, in realtà dal Marino 1 al Marino 2 sono passati appena nove giorni, in cui, peraltro, non è accaduto nulla che non fosse ampiamente previsto: occupazioni, mobilitazioni, cortei improvvisati, blitz nei centri del potere, massima allerta per il venerdì nero e il sabato nerissimo. Le forze dell’ordine temevano il peggio già dieci giorni fa e per questo avevano accolto con sconcerto la decisione del Prefetto. Il sindaco no, giurava che la sua à, «chiamata a gestire tre impegni difficili», avrebbe dato prova di «organizzazione e civiltà». Solo ieri ha scoperto che la Capitale, invasa da lavoratori in sciopero, ultrà in trasferta e antagonisti in rivolta, rischia di non farcela. Anzi, Gianfranco Funari avrebbe detto: Roma ’gna fa.