La rivincita dell’uomo solitario

01/10/2013 09:31

Insultato e deriso dai più accaniti, criticato per le scelte estreme, talvolta incomprensibili e in gran parte rinnegate (della prima campagna acquisti è rimasto il solo ), in due anni di bocconi amari ne ha mandati giù parecchi, alternati ai tiri dell’inseparabile sigaretta. Sarà un caso, ma da quando la sua strada si è separata da quella di Franco Baldini, che a Trigoria ce lo ha portato, ha iniziato a prendersi una rivincita dietro l’altra. Un numero dice molto ma non tutto: oltre la metà dei gol realizzati nelle prime sei partite, arrivano dai nuovi acquisti. E pensare che la terza estate da ds giallorosso era inizia con due voltafaccia: prima Mazzarri, poi Allegri hanno rifiutato la panchina della Roma già accettata a parole. Il tecnico milanista aveva addirittura convocato gli avvocati a Milano per firmare, salvo poi farsi convincere da Galliani al dietrofront.

A quel punto non restava che tirar fuori il jolly dal taschino: custodiva la carta di Garcia dal 2011 e se l’è giocata. Il rischiatutto ha pagato. Chi cambierebbe ora Rudi con Mazzarri o Allegri? A Trigoria nessuno. La Roma si tiene stretta , così come , , , , Gervinho e . Il è stato scelto per la sua capacità di alzare la voce in campo e nello spogliatoio, più o meno gli stessi motivi che hanno portato agli acquisti di (preferito in corsa al giovane Wallace) e , uniti alle loro doti tecniche. E se il brasiliano è una scommessa finora vinta, il marocchino si sta rivelando il miglior centrale per rendimento nel campionato. Su , visto il prezzo, c’erano pochi dubbi, mentre Gervinho è una piacevole scoperta e un buon rimpiazzo di Lamela. All’appello manca solo il settimo acquisto Jedvaj su cui tutti a Trigoria sono pronti a scommettere: per è il terzo centrale davanti a Romagnoli e Burdisso.

Un’altra scoperta di , convinto di avere tra le mani il nuovo Marquinhos. La cessione del brasiliano ha fruttato la plusvalenza più alta di sempre nella storia della Roma: comprato a 4 milioni e mezzo e rivenduto a 30. Viste le condizioni, va considerato un buon affare anche la cessione di Osvaldo al Southampton. Quindi la scelta più delicata, di fronte a un bivio: uno tra Lamela e doveva partire, il ds ha fatto decidere che si è tenuto il secondo. Una mano l’ha data l’«amico» Baldini, pagando Lamela 15 milioni in più di quanto aveva investito la Roma. Ma è pur vero che se il sacrificio del Coco fosse stato approvato prima, lo avrebbe venduto a 40 milioni al Monaco. Il saldo complessivo finale è in attivo di oltre 20 milioni, per la gioia della proprietà americana. Pallotta, se potesse, farebbe firmare a un contratto a vita e invece dovrà convincerlo di anno in anno. Con una Roma così, e qualche insulto in meno, sarà più facile. Forse.