La Roma condanna gli avversari alla banalità

19/10/2013 12:07

Il stavolta è stato sfortunato, ma non è mai sembrato in grado di vincere. I centrocampisti potevano solo rincorrere , Gervinho e , mentre i quattro attaccanti, potendo solo partire da fermi, non vincevano un dribbling. Quando Pandev si è trovato solo davanti a è sembrato quasi un’allucinazione. Ha sbagliato forse per sua stessa meraviglia.

Non è stata una grandissima Roma, è stata però una grande squadra. Difficile giocarci contro, ti costringe al suo ritmo, è sempre padrona del campo anche quando si chiude in area. Condanna gli altri alla banalità. Una squadra benissimo allenata, con un miscuglio di gioventù ed esperienza, classe e forza fisica. È senz’altro da vertice, è anzi sorprendente la coesione che emana, si chiude e si apre come una mano.

Non è un calcio nuovo, ma un calcio intelligente portato molto avanti dal senso del gruppo e dalla magia delle cose che funzionano. Forse non potrà sempre correre come adesso, forse già ieri sera si sono viste piccole involuzioni (comprese quelle casuali degli infortuni di e Gervinho), ma la squadra è certamente da corsa indeterminata. Può vincere. I numeri sono impressionanti. Nessuno in Europa li ha e nessuno in Italia li ha mai avuti.

Il ha pagato troppo i suoi peccati. Una difesa non all’altezza che per essere protetta toglie giocatori al centrocampo. A quel punto subisci senza poter ripartire, fai il gioco della Roma. Sono mancate le differenze di Hamsik, di Callejon, anche di Insigne. Sono state pagate molto quelle di Albiol, Mesto, Cannavaro. Meglio la gente di : ha applaudito l’angolo di stadio che invocava il fuoco del Vesuvio. Finalmente un po’ d’ironia territoriale