L'avvocato Contucci: «La discriminazione sparirà»

21/10/2013 10:46

IL ROMANISTA - «La vera discriminazione l’ha detta la . È quella per la quale una persona di Pescia non possa prendere un biglietto per e una che è di Pescia romana invece può prenderlo. Questa è la vera discriminazione territoriale». Così l’avvocato Lorenzo Contucci, vice presidente di My Roma, intervenuto a La Domenica del Romanista su Rete Sport, sulla modifica della norma e sulla questione che ha fatto discutere nelle ultime settimane.

Dopo il cambiamento della norma, sabato a San Siro si sono sentiti di nuovo i cori contro i tifosi napoletani. Quale potrebbe essere lo scenario futuro sulla questione?

Della nuova norma penso tutto il male possibile. Non siamo in tema di discriminazione territoriale. E’ discriminazione se a parità di situazioni si impedisce a una persona di godere degli stessi diritti degli altri. Basta andare a vedere la convenzione dei diritti dell’uomo di New York. E c’è scritto esattamente questo. Si dice anche che l’insulto, anche basato su ragioni territoriali, non è discriminazione. Basta leggere e applicare le norme. Faccio un esempio: se incontro una perosna di a Roma, non mi verrebbe mai in mente di insultarla. Anzi la porterei a vedere le bellezze della nostra à. Ma se una persona viene da come tifoso, viene in veste diversa perché è un rivale. Ed è questo il margine che fa sì che in quella situazione l’insulto, che non sarà il massimo, che sarà senza dubbio becero, alla fine ci può stare. Io sono entrato allo stadio per la partita col un’ora e mezzo prima dell’inizio. I gruppi ultras erano ancora fuori dello stadio. Dentro c’erano mille o duemila persone e i cori sono stati continui da parte di ragazzi che non sono ultras. Questo per dire che bisogna capire la situazione dello stadio. Lo sfottò, anche becero, tra tifoserie c’è sempre stato. Non si può con un decreto vietare tutto questo. Vedendola dalla parte opposta rispetto al "politically correct", c’è uno strumento formidabile per far chiudere tutti gli stadi. La vera discriminazione l’ha detta la . È quella per la quale una persona di Pescia non può prendere un biglietto per Roma- e una che è di Pescia romana invece può prenderlo. Questa è la vera discriminazione territoriale.

Quali sono i rischi per le tifoserie dopo i cori di questo week-end? Rirtengo che prima o poi la cosa cadrà nel dimenticatoio. Nel senso che gli ispettori federali che vengono mandati pare in incognito all’interno delle curve, questa è una notizia che ho appreso da una persona assolutamente fidata perché lavora nell’ambiente, probabilmente si tapperanno le orecchie. Perché a rigore di logica ora vige il meccanismo della condizionale. Se tu hai fatto qualcosa te lo abbuono, ma se alla prossima lo rifai a quel punto vale la del settore. Che poi per bisognerebbe capire quale settore. Visto che entrambe le curve se la sono presa coi tifosi del , che a loro volta hanno risposto e allora dovrebbe essere squalificato anche il settore ospiti del . Bisognerà vedere cosa faranno i tifosi. Potrebbero prenderla come una provocazione e che quindi si faccia quello che alcuni gruppi hanno detto. Della serie "per protesta lo facciamo a ogni partita. Chiudiamo tutti gli stadi e vediamo dove va a finire il nostro calcio". Non è uno scenario futuro poco interessante se ci pensate bene. La norma sulla discriminazione territoriale esiste da molti anni in Figc. La Uefa non la ha tra le voci per le sanzioni. L’Italia ad una propria norma interna ha applicato le sanzioni dell’Uefa. In Inghilterra pensate che tra tifosi del chelsea e del Manchester non ci siano insulti? Eppure lì a nessuno è mai venuto in mente di chiudere un settore o uno stadio.

E al Milan nell’immediato che può succedere? Bisogna vedere come tutto questo viene recepito da Figc e Lega Calcio nel momento in cui si rendono conto che magari un coro è fatto proprio per far scattare una sanzione in modo che si chiuda uno stadio, per creare un problema al sistema calcio. Se io fossi il presidente della Lega Calcio, farei mettere i tappi alle orecchie agli ispetttori e gli direi di fare finta di niente. Se fossi il presidente della Lega Calcio eviterei di far scattare sanzioni, perché ci rimette il sistema calcio, perché le tv vogliono stadi pieni e nel momento in cui si trovano curve e stadi vuoti per 1, 2, 5, 10 partite, il problema si crea sul serio.