07/10/2013 09:27
+19
Tra i record a raffica brilla quello della differenza reti: 20 fatte, una sola subita.Garcia raccoglie numeri da favola che migliorano di gara in gara. Mai visti da queste parti. Dal quel + 19, straordinario attivo tra gol segnati, 20, e incassati, solo 1, cifre che per la verità non sono mai appartenute a nessuno dei nostri club. LInter del 66-67 prese un gol nelle prime 7 partite, ma si fermò a 18 realizzati. In Europa solo lOlympiacos ha subìto una rete. Sono a punteggio pieno, come i giallorossi, in Spagna il Barcellona (differenza reti più 22) e lAtletico Madrid, 8 match vinti di fila, in Belgio lo Standard Liegi, 9, e a Malta gli Hibernians con 7. La Roma non era mai arrivata a tanto e Rudi è il recordman. La Juve ha contato quattro volte fino a 7 allinizio del torneo (due è andata oltre: Trapattoni arrivò a 8 e Capello a 9) e ha sempre conquistato il titolo, come il Milan che, in due annate, ha vinto le prime 7 e lo scudetto. Solo lInter, nei 7 precedenti, si piazzò seconda, sorpassata al fotofinish dalla Juve.
I SEGRETI E LE VIRTÙ
De Sanctis, imbattuto sei volte su sette e da 411 minuti, deve dire grazie ai compagni. «Sappiamo difendere di squadra» è il pregio che Garcia riconosce ai suoi giocatori. La grande risorsa, secondo il francese. Totti, il finto nueve, lo troviamo davanti allarea giallorossa. È superiorità anche in fase difensiva. Lì copre e rilancia. A San Siro solo Gervinho ha avuto la libertà di restare sulla linea di centrocampo. Per ribaltare subito lazione. La mossa ha pagato. Perché la Roma non è solo pressing alto e possesso palla. Sa tenere stretti i reparti e giocare in contropiede. Il diverso comportamento, contro lInter, ha certificato un successo storico per i giallorossi: mai un punteggio così largo a Milano e, nella circostanza, contro una formazione che 3 gol li aveva già presi, ma in 6 partite, perché Mazzarri non regala spazi e chance, e che ancora non aveva mai perso in questo torneo. La Roma, insomma, non ha davanti un unico copione. Anche se a San Siro, per la prima volta, Rudi conferma la formazione della gara precedente. Dà forza alla sua impronta.
LAPPLAUSO NELLINTERVALLO
Tra i due tempi Garcia chiede ai giocatori di non considerare vinta la gara: «Non mollate». Il gruppo risponde battendo le mani al francese. Alla fine il coro negli spogliatoi che i nerazzurri non prendono bene: «La capolista se ne va».
4-3-3
Garcia sa diversificare modulo: il suo 4-3-3 può trasformarsi in 4-2-3-1 con Pjanic trequartista
Fondamentale il ruolo di De Rossi: è il terzo centrale difensivo, tra Benatia e Castan. Il lavoro di Florenzi, Gervinho, Pjanic e Strootman sui lati dà tranquillità a Torosidis, in crescita, e a Balzaretti. Non è prudenza, però: il miglior attacco è caratterizzato dalle cifre del tridente, con Florenzi bomber con 4 reti, Gervinho, Totti e Ljajic con 3 a testa per un totale di 13. I marcatori sono 9 (10 con Maicon: deviato da Cacciatore il suo tiro contro il Verona). Le tre punte, con gli esterni che si scambiano i lati, volano grazie ai tre registi: De Rossi, il più arretrato, Strootman il più presente, e Pjanic, il più offensivo.
LA RIVALUTAZIONE DEI SINGOLI
Da Balzaretti, tornato dopo un anno in nazionale, a De Rossi e Pjanic: Garcia fa lievitare il valore dei suo interpreti, in particolare chi aveva fatto cilecca nella stagione scorsa. E anche dei nuovi Strootman, Gervinho e Ljajic: la loro quotazione sul mercato è lievitata in sei settimane. E anche dai più esperti ha solo risposte positive: De Sanctis, Maicon, Taddei e ovviamente Totti. Ora tocca a Destro. Unico in ribasso, ma solo perché convalescente. La società, invece, già èpensa al prolungamento del contratto biennale di Rudi.