26/10/2013 20:06
PJANIC INSIDIA BORRIELLO - Certo che, privata del capitano, la Roma dovrà fare i conti con uno degli esami più impegnativi dall'inizio dell'anno. Perché a Udine non vince nessuno da una vita, l'ultima la Juventus - avversario ideale contro cui continua a confrontarsi Garcia - addirittura il 2 settembre del 2012. Poi, al Friuli, la squadra di Guidolin ha infilato una striscia di 22 gare senza perdere, tra cui le 3 vittorie e un pari di questa prima parte di stagione. Proprio per questo, scegliere diventa quanto mai delicato. E al di là del bluff Marquinho, Garcia pensa seriamente alla possibilità di avanzare Pjanic. Un po' perché, preso atto dell'unicità di un insostituibile come Totti, è certamente il giocatore che più lo ricorda dal punto di vista della visione di gioco, nella capacità di vedere l'azione dei compagni e servirla in velocità, di cercare la porta con soluzione dalla distanza. Certo però che avanzare il bosniaco vorrebbe dire mettere mano a un centrocampo che, sin qui, è sembrato il vero punto di forza della nuova Roma alla francese. "Ma non possono giocare sempre gli stessi", ha ricordato il tecnico "E Bradley è al cento per cento". Un po' come a dire: le soluzioni anche lì in mezzo non mancano.
L'ipotesi più semplice, porterebbe invece alla promozione dal primo minuto di Marco Borriello: aveva iniziato lui il campionato al centro dell'attacco romanista, quando in quella posizione Garcia ancora non vedeva Totti e aspettava uno tra Demba Ba e Quagliarella. Ma l'attaccante campano è risultato determinante anche dalla panchina, contro il Parma e poi con il Napoli, conquistando il rigore del definitivo 2-0 che ha chiuso il match. Una mano nella scelta a Garcia potrebbe darla il meteo: se a Udine il campo dovesse presentarsi più pesante del previsto, i centimetri di un attaccante come Borriello finirebbero per diventare indispensabili.
L'ORA DI LJAJIC, SPERANZA TADDEI - In attesa di sciogliere il ballottaggio al centro, sulla fascia dovrebbe finalmente arrivare il momento di Adem Ljajic. Una sola gara da titolare, a Parma, senza brillare. Ma già tre reti, belle come quelle con Verona e Bologna, e pesanti come il 2-0 al derby dal dischetto. Ha sofferto la panchina il serbo, accettandola in ragione di lievi guai fisici, oggi del tutto superati. L'assenza di Gervinho - Garcia sperava in una sorpresa almeno per la panchina, ma si è dovuto arrendere - gli regala una nuova occasione dal primo minuto. "È un ragazzo con grande talento - ammetteva venerdì Garcia - può fare la differenza, abbiamo bisogno di lui per continuare ad essere il miglior attacco della serie A. Ci servono giocatori decisivi, e lui può esserlo, se scende in campo con fiducia". E partire dal primo minuto può dargli la serenità di cui ha bisogno. Poi, a gara in corso, un'occasione l'avrà anche Marquinho. Senza trascurare la carta Taddei: Garcia si fida ciecamente del brasiliano, esempio di disponibilità e professionalità. E il passato del giocatore racconta nobilissimi trascorsi da esterno offensivo. Chissà che, senza il fedelissimo Gervinho, Garcia in quel ruolo non decida di regalare una chance anche a Rodrigo.