07/10/2013 10:20
Da lassù, seppur tallonati a due punti da Juve e Napoli, si può sognare quello che sembrava impossibile immaginare. Sì, lo scudetto, quella parola che da Totti in giù i romanisti non si azzardano a nominare (...)
Sarebbe strano il contrario. La squadra di Garcia gioca come nessuno in serie A, non prende gol e ne segna tre a partita Allinizio partiva lenta e si prendeva la vittoria nella ripresa, nelle ultime due occasioni ha chiuso subito i giochi: un segnale di crescita. Dallesordio a Livorno fino al trionfo di San Siro è una Roma più consapevole della sua forza, più rodata nei meccanismi, con una maggiore intesa tra i giocatori, molti dei quali nuovi acquisti. Nella formazione base ci sono cinque «colpi» dellultima rivoluzione operata da Sabatini: De Sanctis, Maicon, Benatia, Strootman e lincredibile Gervinho. (...)
Lunico segno di continuità ha le sembianze di Francesco Totti. Un fuoriclasse eterno che sta vivendo lennesima giovinezza della sua straordinaria carriera. «Sta meglio ora di quando aveva 30 anni» ha sottolineato De Rossi a Milano. Un Totti dimagrito, tirato a lucido, motivatissimo e spensierato anche grazie al contratto appena firmato e atteso con un po di apprensione. Nei 562 minuti giocati dallinizio del campionato, il capitano è subito balzato in testa alla classifica degli assist in serie A con 25 suggerimenti per i compagni, ha segnato 3 gol avvicinandosi ancora a Piola (ora siamo a 230 contro 274), ha giocato una media di 73,5 palloni a partita, con un tasso di 69,3% di passaggi riusciti). I suoi tocchi non sono mai banali: tiene la palla per quasi 3 minuti di media a partita e regala 14,6 giocate utili. Ma quello che «fa notizia» è il numero di palloni recuperati: 3,6 a match. Un ragazzino di 37 anni che sta tirando il gruppo insieme a Garcia. Limpatto del francese su una Roma dilaniata negli ultimi due anni è andato oltre qualsiasi previsione. Ma è lui per primo a predicare calma, realismo. «Lobiettivo non cambia: rientrare in Europa» ha ripetuto dopo il settimo successo. «Lo scudetto non ci riguarda» gli ha fatto eco Totti.
Chissà cosa si dicono, invece, in privato. E come commentano le statistiche più indicative: chi è partito così bene nella storia del campionato ha sempre vinto il titolo alla fine, tranne lInter del 1966/67 che chiuse al secondo posto. Un risultato per cui tutti a Trigoria avrebbero firmato a inizio anno. Adesso non si può.