Strootman-Mertens, amici contro

10/10/2013 10:41

IL ROMANISTA (V. META) - In principio era Utrecht, e non si parla della storia repubblicana dei Paesi Bassi, anche se in fondo sempre una lega di mezzo c’è. Una lega con due soli membri, e Dries Mertens, che dai sei mesi passati insieme all’ombra del campanile più famoso d’Olanda hanno spiccato il volo verso il grande calcio europeo, fino a ritrovarsi, due anni e mezzo dopo, a contendersi il primo posto in Serie A. Gennaio2011, l’Utrechtchefinlìsièrettosulle prodezze del folletto Mertens, un metro e sessantanove di fantasia, mette le mani su un ventenne mancino di cui già si sussurra sia un predestinato: 700milaeuroalloSpartaRotterdam che l’ha cresciuto e subito in campo con la nuova maglia, sulle spalle il numero 6. Il giovanissimo ci mette poco a dimostrarsi un acquisto azzeccato, anche perché in campo è immediata l’intesa con la stella della squadra, il ventitreenne Dries Mertens. Belga di Lovanio, l’attaccante si è trasferito a Utrecht già da due stagioni e mezza e ha trascinato la squadra, tanto che nel 2010 è stato secondo al solo Suarez quale miglior giocatore dell’Eredivisie. Sono sei mesi di spettacolo, quelli, e ad accorgersene non sono solo i tifosi dell’Utrecht, visto che su cominciano a mettere gli occhi i club di mezza Europa, Manchester United in testa. Alla fine, però, la spunta il Psv Eindhoven, che con poco meno di 15 milioni nell’estate del 2011 si porta via sia lui sia Mertens, in un doppio affare che suscita una certa ammirazione.

Lo spettacolo dei cigni si trasferisce al Philips Stadion e i risultati si vedono anche in bacheca, dove arrivano una Coppa d’Olanda e una Supercoppanel2012. In due stagioni Dries e Kevin (che mantiene il numero 6 sulla maglia) giocano lo stesso numero di partite (62 a testa) e segnano in tutto 45 gol (37 Mertens e 8 ). Nell’estate 2013, dopo che ha giocato da protagonista un Europeo Under 21 chiuso al terzo posto dietro a Spagna e Italia, i tempi sono maturi per il passaggio al livello successivo. Le grandi d’Europa si rimettono in fila, il Manchester si è un po’ defilato ma in compenso c’è il Milan, con un blitz lo prende e lo porta a Riscone dove la Roma è al lavoro in un clima di contestazione. Qualche settimana prima il aveva chiuso per Mertens. Otto giorni ancora e poi gli ex cigni di Utrecht torneranno a incontrarsi, questa volta da avversari: «La classifica ora è buona - ha detto Kevin - e siamo felici di questo, ma sono trascorsi soloduemesi, c’èancoratantodadimostrare». Anche a livello personale, perché non è tipo da accontentarsi: «Sono contento di questa partenza, ma poteva essere ancora migliore. Le recenti partite sono andate bene a livello personale, ma in quelle precedenti potevo fare meglio. Mi conosco, sono molto critico. Qui siamo disposti a tutto per vincere. Cosa ho imparato in Italia? Lo stile di gioco è diverso rispetto a quello olandese. In Serie A è ugualmente importante stare attenti a non concedere gol come a farne. È molto importante mantenere la pazienza. Con l’Inter una partita perfetta? No, quelle ultimamente le hanno giocate e Bayern. Arriveranno momenti difficili e sarà importante farsi trovare pronti quando succederà». Inevitabile il passaggio su : «Non può camminare in à come una persona qualunque. Se incontriamo 100 tifosi per strada, 90 vanno verso di lui. Apprezzo molto il fatto che lui abbia sempre deciso di rimanere a Roma. Non ci parlo molto perché ancora non capisco bene l’italiano, ma dico che è un eroe».