Tra battute e slogan la filosofia di Garcia per la Roma da record

31/10/2013 09:51

Un azzardo per tutti, non per chi solo due mesi e mezzo prima si era presentato a Roma guardando in faccia il pubblico infuriato e sibilandogli contro il più grave degli epiteti: «Chi ci contesta è laziale». Non lo scalfirono le critiche nate dopo quella frase, come non lo ha scosso l’infortunio di , accolto citando addirittura Aristotele: «La natura odia da quel Roma-Lecce che nel 1986 costò il titolo a Eriksson, primo insieme alla al fischio d’inizio e sconfitto 3-2 in casa da un avversario retrocesso. Storia simile a quella di Capello, che pareggiando sul campo del Venezia già in B disse addio al bis scudetto nel 2002. Un cerchio chiuso più recentemente da Spalletti, con l’1-1 in casa contro il Livorno ultimo in classifica, e costato il tricolore del 2008. Ce ne sarebbe abbastanza per dotare l’Olimpico e i 40 mila spettatori di corni e talismani. In più il Chievo è l’ultima squadra ad aver battuto la Roma in campionato, lo scorso 7 maggio, proprio nella capitale: e, come oggi, a dirigere la gara fu l’arbitro Peruzzo.

Inevitabile che anche monsieur Rudì ceda alla scaramanzia: «Non mi pare che la mia squadra ultimamente abbia battuto spesso il Chievo ». Il percorso netto di una Roma da record – miglior difesa della storia dopo 9 gare, insieme a Cagliari e Inter del ’66-’67, 23 gol fatti e più 13 punti rispetto a un anno fa – non può impedire però di pensare a quello di stasera come a un nuovo esame di laurea verso la corsa al titolo. giura: «Abbiamo ancora fame», la squadra ci crede (al punto che domenica ha festeggiato la vittoria di Udine stonando sul pullman un evocativo “la capolista se ne va”), l'allenatore però preferisce – anche fuori dal campo – giocare in difesa: «Il titolo? Siamo concentrati soltanto sul Chievo. Anche a Trigoria pensano tutti sia una gara già vinta, ma non è così». Intanto si affiderà al , dentro Marquinho e fuori , uno dei quattro – con , e – a rischio . Sperando magari che, contro cabala e ricorsi storici, torni a manifestarsi un pizzico di quella fortuna – già 6 pali colpiti dagli avversari – che ha accarezzato le sorti della sua Roma. «Ma la fortuna va provocata »: parola del filosofo .