23/10/2013 11:12
CORSERA (B. TUCCI) - Fuga e delusione: ecco due sostantivi che fotografano lo stato danimo dei tifosi che a Roma amano il calcio. Da una parte i giallorossi, forti di un primato in classifica, vedono la squadra staccare le avversarie e candidarsi prepotentemente per la corsa allo scudetto; dallaltra, i biancazzurri che, dopo la batosta di Bergamo, non sanno più capacitarsi e non comprendono fino in fondo le ragioni di un simile sfascio. Tredici punti di differenza in classifica. Chi lo avrebbe detto allinizio del campionato? Nessuno. (...)
Sullaltra sponda del Tevere, si balla e si canta: lentusiasmo è a mille, i tifosi non stanno più nella pelle e sognano quel traguardo proibito che è lo scudetto. Sopratutto perché Juventus e Napoli (e cioè le rivali più dirette) perdono colpi, lasciando così che la Roma si distanzi in classifica. Diamo a Cesare quel che è di Cesare: il merito maggiore di questo exploit è di Rudi Garcia, il quale non solo ha saputo dare alla squadra un gioco, ma ha creato un gruppo dove vige il «tutti per uno, uno per tutti». Insomma, uno spogliatoio ideale: senza invidie e senza pettegolezzi. Le riserve non si considerano riserve e se la domenica non scendi in campo non è la fine del mondo perché, prima o poi, sarà il tuo turno e potrai dimostrare le tue capacità. Così, la Roma dà spettacolo e diverte. Pure i critici più scettici si sono dovuti inchinare di fronte a questa realtà del campionato. Però, attenzione: «Il cammino è lungo », continua a ripetere il mister. Ha ragione: linverno che si avvicina è sempre pieno di sorprese. E allora: carpe diem, predicava Orazio. Più semplicemente: un passo alla volta, non si pensi al futuro.