01/11/2013 09:40
Turnover? Nooo! È un mini turnover, quello della Roma. Maicon è squalificato, ma Balzaretti e Florenzi vengono lasciati in panchina per scelta di Garcia. Con Torosidis e Dodò ai lati di Benatia e Castan è una difesa già vista, con Marquinho davanti insieme a Ljajic e Borriello è invece una prima assoluta, visto che il brasiliano il titolare laveva fatto (male) solo a Marassi con la Samp, a fianco di Borriello e Gervinho, e uscito lui sullo 00 era entrato Totti, la Roma e il 20 conclusivo. Qui le cose vanno proprio alla stessa maniera. Il Chievo vale più dellultimo posto in classifica e delle cinque sconfitte consecutive che diventano sei e il traballante Sannino meriterebbe ulteriore fiducia. La squadra ha una buona organizzazione di gioco, è corta e nonostante inclini pericolosamente verso Fort Apache, cerca finché ne ha le forze di portare un pressing altissimo sui portatori di palla della Roma. De Rossi è assaltato fin dal limite della propria area e palesa un tangibile disagio. Lunico cui viene concesso spazio è Torosidis, che infatti sarà per lungo tempo con Pjanic luomo più importante della Roma, ma i cross dalla linea di fondo, quelli davvero pericolosi, si vedranno solo nei primi minuti e quando entra Florenzi.
La svolta Borriello, costretto in spazi stretti a giocare sempre spalle alla porta, non viene aiutato da Marquinho, che dovrebbe tagliare dallesterno e invece staziona per lo più al centro, aumentando traffico e confusione. Ci vorrebbe il cambio di passo di un Ljajic ma il giovanotto è in una di quelle serate da mangiapalloni, anche se nella ripresa migliorerà. Ci vorrebbero, soprattutto, lultimo passaggio di Totti e la velocità di Gervinho. Garcia decide che può bastare dopo unora: fuori Marquinho e poi Dodò, troppo lezioso per il carattere di questa Roma, dentro Florenzi e Balzaretti e ciao turnover. La Roma ha già effettuato quel cambio di ritmo che ha reso celebri i suoi secondi tempi, e il Chievo, come già lUdinese domenica, perdemetri perché il pressing alto costa energie supplementari. Dainelli e Rigoni, i più bravi, cercano di tenersi lucidi, ma più cinica e concreta è la Roma, che non si fa cogliere dallansia e continua a lavorar palloni ritrovando anche la profondità. Arriva così il golliberazione, ed è curioso constatare che quel colpo di testa sarà uno dei tre soli tiri (Strootman prima e Ljajic poi) che i giallorossi indirizzeranno nello specchio della porta di Puggioni. Il finale è in controllo, con larbitro Peruzzo che perde un po il filo del discorso e non mostra a Dainelli un secondo giallo. Dopo il «muro» del Chievo, quello eretto da Benatia, Castan e De Rossi davanti a De Sanctis (una sola parata), è invalicabile. Il gran finale stavolta non al Gilda, ma dentro il ventre dellOlimpico, per cenare tutti insieme ed evitare tentazioni notturne, visto che domenica è di nuovo campionato. Il sergente Garcia (ma non quello di Zorro) ordina, la truppa ubbidisce.