Cerci di traverso, Roma non passa

04/11/2013 09:02

MARCHIO - Ventura, in piena emergenza, rispolvera il 4-2-4 ch’era un marchio: è la prima volta, in questo campionato, a parte l’aggiustamento in corsa di Livorno. Lo ritiene, non a torto, ideale per contrastare , fedele solo in parte al che gli ha permesso di dominare il campionato: diventa infatti la sorpresa nel tridente privo di e Gervinho, però non s’affianca a e Borriello, li spalleggia attraversando le linee. Per avanzare il bosniaco, l’allenatore innesta Bradley e dirotta Ljaijc in panchina. Altra novità, scontata, in difesa: la di strappa Burdisso all’oblìo.
 
SEMPLICITA’ - Benché le due squadre si guardino di sottecchi per un buon tratto, s’intuisce presto lo sviluppo della gara: Roma padrona nel possesso e Toro avvinghiato alle ripartenze. Cerci e El Kaddouri, in realtà, finiscono spesso risucchiati in mediana, quasi a disegnare il 4-4-2, così non impensieriscono con le sgommate, ma sovrapponendosi, a un certo punto, in percussione: l’ex giallorosso viene murato ai bordi dell’area, il belga alza il d’un soffio. E’ una fiammata, nessun altro pallone sibila da quelle parti, mentre la Roma, pur senza brillare, tesse gioco con semplicità, aumenta lievemente la spinta con , si fa minacciosa - saetta di alta, inzuccata di Borriello deviata in corner - e colpisce, cinica, attorno alla mezz’ora: Balzaretti, ex fischiatissimo, avvia, rifinisce e sblocca di sinistro.
 
AFFANNI - Il Toro accusa il colpo, è inevitabile, ma ha il merito di non disunirsi: la reazione che abbozza trova il miglior interprete in Cerci, velocissimo sulla fascia e martellante nonostante i raddoppi, insidioso nei cross e chirurgico nei tagli in area. ne cattura il sinistro roteante e s’accartoccia pronto quando innesca El Kaddouri. Il coraggio dell’azzurro contagia la squadra e il cuore compensa i limiti di personalità che affiorano, così l’incipit della ripresa svela imprevisti affanni giallorossi: il Toro chiede il rigore (non c’è) per mani di Balzaretti, El Kaddouri costringe al fallo Bradley, infine Meggiorini indovina al volo un tiro splendido ma s’oppone da campione. Ci credono i ragazzi di Ventura, sorretto adesso anche dalla freschezza di Immobile, e arpionano in fretta il pari con il simbolo Cerci, prima volta a segno contro la Roma che è stata la sua culla: l’assist è di Meggiorini, a monte c’è un’imperfezione di .
 
EMOZIONE - Galvanizzato, il Toro vorrebbe spaccare il mondo sullo slancio, organizzazione e voglia colmano il gap tecnico, ma la Roma, benché imperfetta, riguadagna metri in qualche modo, chiede estro a e profondità a Marquinho, s’accende solo a sprazzi ma quando lo fa semina panico. Rischia anche scoprendosi, più per stanchezza che per generosità, ma cerca fino all’ultimo di strappare il vantaggio e allungare la striscia. Non ci riesce perché Padelli è piazzato sulle punizioni di e perché Banti ignora un fallo netto di Darmian su in area. Anche reclama un penalty, ma Bellomo lo contrasta fuori area. Generosissimo il finale giallorosso, tutti avanti come se si perdesse: l’ultima emozione la regala Marquinho con un tiro appena alto. Peccato, ma la vetta è sempre giallorossa: proverà a ripartire contro il Sassuolo, mentre e saranno di fronte a Torino.