22/11/2013 08:59
IL TEMPO (E. MENGHI) - Dai russi ai cinesi, passando per gli sceicchi di turno. Tra bufale e mezze verità, sono stati molti gli investitori che hanno provato a comprare la Roma.
Nel novembre del 2004 comparve allorizzonte il sogno russo, la Nafta Mosvka, con in prima fila Suleiman Kerimon, che 7 anni dopo comprò lAnzhi, portandolo dalle stelle alle stalle, da Etoo alla svendita di tutti i talenti. Laffare con Franco Sensi sembrava vicinissimo alla chiusura nel febbraio successivo, ma non andò mai in porto.
Nel 2008 fu il turno di George Soros, il magnate con il passaporto americano che stava per mettere nero su bianco laccordo dal valore di 283 milioni di euro, quando Rosella Sensi si presentò con unofferta di quasi il doppio proveniente da un fantomatico sceicco arabo: saltò tutto con successivi rimpianti. Nel 2009 si fece avanti Vinicio Fioranelli, tutto sembrava andare nel verso giusto, ma la certificazione di Mediobanca, ladvisor del club giallorosso, non arrivò mai. Era un bluff. Fioranelli fu poi arrestato in Austria con laccusa di aggiotaggio. Provarono ad inserirsi Angelini e Angelucci, ma si defilarono presto.
Poi toccò allegiziano Sawiris, che nel 2006 comprò la compagnia telefonica Wind, main sponsor della Roma fino allanno scorso, e che aveva ambizioni da presidente, ma Unicredit gli preferì il gruppo americano, all'epoca presieduto da DiBenedetto e oggi da Pallotta.
La ricerca di nuovi soci è dattualità, perciò la storia continua, anche se finora ha fatto registrare la bufala Al Qaddumi e la comparsata dellarabo Al Hamed a Ciampino. Una cordata cinese era apparsa a Milano, sponda Inter, salvo poi scomparire nel nulla.